BORRACCIA – 31 ottobre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Lascia la cura di te stesso allo sposo dolcissimo delle anime.
(San Pio da Pietrelcina – Epistolario)

I SORSI

1

Cari pellegrini, immaginiamo di stare dinanzi ad una bellissima e buonissima torta. Se non c’è nulla che lo impedisca, prendiamo il coltello e ne mangiamo una discreta fetta. Il gustarla è l’esito di due elementi: da una parte la bontà dolcissima dell’alimento, dall’altra il nostro aver preso la fetta, averla avvicinata alla bocca e poi averla mangiata. Insomma, da una parte la dolcezza in sé, dall’altra il volontario gustare questa dolcezza. Se non si prendesse la fetta di torta, non si portasse alla bocca, non si mangiasse, la dolcezza della torta in sé non ci procurerebbe alcun piacere.

2

Il Taoismo è una falsa religione che esercita un certo fascino nell’Occidente postcristiano. In esso c’è un principio fondamentale che si chiama “wu-wei“, che vuol dire letteralmente “non-azione“. In poche parole significa che il buon taoista non deve fare altro che passivamente farsi trascinare dal divenire dei fatti e della realtà, senza apporre ostacoli, senza metterci nulla di suo, senza che la volontà personale possa essere coinvolta. Come una barca senza remi che si lascia andare dalla corrente; e se poi -aggiungiamo noi- la corrente la porta alle rapide… pazienza.

3

Il Cristianesimo no. In esso c’è una bellezza su cui ci si riflette poco. In esso da una parte c’è un invito a capire che si deve offrire la vita alla guida di Dio, dall’altra che questa guida va scelta, va meritata, va continuamente invocata.

4

L’abbandono non esclude l’azione, l’azione non esclude l’abbandono.

5

Sant’Ignazio di Loyola amava dire: “Agisci come se tutto dipendesse da te, ben sapendo che tutto dipende da Dio”. Il che vuol dire che bisogna rimboccarsi le maniche per agire, ma sempre nella convinzione che nulla può riuscire senza l’aiuto e la cura di Dio. E’ -per intenderci- il vecchio detto popolare (ma di alta teologia): “Aiutati, che Dio ti aiuta.

6

San Pio da Pietrelcina (patrono insieme all’Immacolata, Regina dello Splendore, de Il Cammino dei Tre Sentieri) in questa borraccia ci dice che dobbiamo scegliere (ecco l’azione) la cura del più bravo medico che esiste, Dio (ecco l’abbandono).

6

Un medico, però, che è uno “sposo”. Ma non solo: è anche uno sposo “dolcissimo”.

7

La presenza di questo sposo non solo aiuta, guida, conforta, consola, ma pone anche il vivere in una dimensione di gusto. Tutto prende sapore con Lui.

8

Il paragone è infinitamente inferiore, ma è come, dopo aver assaporato l’amaro di un certo cibo (simbolo delle amarezze della vita), si affondano i denti nella profumata dolcezza di una torta preparata dal più bravo pasticciere.

Al Signore Gesù

Signore, ti scelgo come mia guida.

Ti scelgo come mio medico.

Tu per me sei l’unico mio farmaco.

L’unica mia speranza.

L’unica mia forza.

L’unica mia felicità.

Alla Regina dello Splendore

Madre, quante volte sarà capitato che il Dio incarnato che scorrazzava bambino per la tua casa, ti avrà detto: “Mamma, mi prepari anche oggi quel dolcetto che mi hai cucinato l’altro giorno?” E tu non ti sei lasciata pregare. Ti sei messa di buona lena a preparare. E, mentre armeggiavi con farina, uova, burro e zucchero… pensavi che quella dolcezza che sarebbe uscita dal tuo operare sarebbe servita per rallegrare Colui che è la Dolcezza per eccellenza.

Tu, Madre, preparavi il dolce per Tuo Figlio ed Egli ti riempiva continuamente della vera Dolcezza.

Madre, stammi sempre a fianco, affinché anch’io possa essere partecipe di quella straordinaria Dolcezza.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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