Il cammino, soprattutto se procede nell’oscurità, ha bisogno di luce. I pellegrini di un tempo utilizzavano le fiaccole. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri le fiaccole sono alcuni aneddoti edificanti che si offrono come modelli per uscire vincitori dalle prove e dalle angustie del vivere.
La perfezione non si raggiunge con atti unici o rari e altisonanti. No, la perfezione si raggiunge con piccole, silenziose, ma preziose, fedeltà.
Un giorno Michelangelo volle mostrare una statua a un suo amico scultore. Dopo una settimana, l’amico scultore tornò a fare visita a Michelangelo, trovandolo ancora tutto applicato a rifinire il lavoro di quella statua che appariva già finita la volta precedente.
“Stai ancora lavorando su questa statua? -chiese l’amico- E cosa hai potuto fare di nuovo?“.
“Ecco, vedi -rispose Michelangelo-, ci ho lavorato ininterrottamente e non ho ancora terminato. Osserva bene: ho dato più espressione a questo labbro, ho ritoccato quei muscoli, ho fatto sporgere meglio quelle vene, ho ritoccato le unghie…“.
“Ma queste sono piccolezze!“, soggiunse l’amico.
“Lo saranno anche -riprese Michelangelo-, ma ricordati che le piccolezze costituiscono la perfezione e che la perfezione non è una piccolezza!“
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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