LA SOSTA – Aborto: aumenta il numero dei medici obiettori. Per la serie: anche l’approccio scientifico attesta che l’aborto è un omicidio.

Il Cammino dei Tre Sentieri: La recente Relazione del Ministero della Salute contiene due dati interessanti. Il primo dice che il numero di obiettori per quanto riguarda l’aborto è in aumento. Il secondo è che l’aumento dei medici obiettori non rallenta i tempi dell’aborto, anzi questo sarebbe negli ultimi tempi diminuito. Iniziamo dal secondo. Ovviamente non siamo contenti che oggi l’aborto sia più facile con tempi più brevi, ma questo dimostra quanta voluta disinformazione ci sia stata ultimamente con l’enfatizzazione di alcuni casi (vedi quello di Catania) per spingere ad una restrizione e ad una legittimazione delle scelte di obiezione. Veniamo al primo elemento. L’aumento del numero degli obiettori conferma che anche l’approccio scientifico dimostra quanto illegittimo e riprovevole sia l’aborto, che altro non è se non l’uccisione di una vita innocente. 

adnkronos.com:

Più medici obiettori di coscienza, il 70%, ma tempi di attesa minori per l’interruzione volontaria di gravidanza e meno interventi. E’ il quadro che emerge dalla ‘Relazione del ministro della Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza’, trasmessa al Parlamento con i dati relativi al 2014 e 2015. Secondo il dicastero, “su base regionale e, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, non emergono criticità nei servizi di Ivg. (…). I ginecologi obiettori sono aumentati, dal 69,2% al 70,7%. La percentuale di donne che aspetta meno di due settimane (‘meno tempo’) fra rilascio del certificato e intervento è aumentata, dal 56,7% al 64,8%, il che significa che il servizio di interruzione volontaria di gravidanza è migliorato. Al tempo stesso, diminuisce la percentuale di donne (dal 12,4% al 9,2%) che aspetta da 22 a 28 giorni (quindi ‘più a lungo’)”. La Relazione indica dunque che “in sei anni in Italia, in media, gli obiettori sono aumentati e i tempi di attesa diminuiti, cioè migliorati”. (…). “Da questi esempi – si legge nella Relazione – si vede che non c’è correlazione fra numero di obiettori e tempi di attesa: le modalità di applicazione della legge dipendono sostanzialmente dall’organizzazione regionale, risultato complessivo di tanti contributi che, naturalmente, variano da regione e regione (e probabilmente anche all’interno della stessa regione).

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