LA SOSTA – Addio ai fornelli: Le mamme italiane non riescono più a cucinare

(FONTE: repubblica.it)

L’addio ai fornelli, segno di una famiglia che è sempre meno famiglia e di madri che sono sempre meno madri.

L’Italia di MasterChef e del cibo che fa boom in televisione sembra aver deciso – quasi all’improvviso – di non cucinare più. I motivi sono: il tempo per mettersi a spignattare è sempre meno; accontentare tutti in famiglia – tra figli celiaci, parenti vegani e adolescenti matti per il cibo-spazzatura – è mission impossible. Risultato: cuoche e cuochi nelle case tricolori – primi tra tutti giovani e millennials – hanno alzato bandiera bianca. Tagliando al minimo sindacale i minuti che passano ai fornelli e inaugurando l’era della “pappa pronta”.

Artusi e ricette della nonna, roba ormai da archeo-gastronomia, sono finiti in soffitta. Sostituiti dal menu del terzo millennio: i gustosi – anche se non proprio economicissimi – cibi pronti o quasi (lavorati da supermercato o produttore), i manicaretti sfornati dall’astro nascente della tavola – il microonde – e le cene da gourmet ordinate via smartphone e consegnate a domicilio. Senza bisogno nemmeno di accendere il gas.

“L’addio alla cucina è un trend iniziato da qualche anno, ma che sta accelerando con decisione negli ultimi tempi”, conferma Nicola De Carne, partner della Nielsen, il termometro più affidabile sui consumi di casa nostra. Il 50% degli italiani (e l’87% degli uomini) passa oggi meno di mezz’ora al giorno a far da mangiare. Le donne hanno tagliato di cinque minuti in 6 anni – da 82 a 77 minuti in media al giorno – il tempo dedicato a mettere assieme pranzo e cena.

La vera rivoluzione delle abitudini alimentari tricolori è però quella fotografata dagli scaffali dei supermercati. Gli ingredienti base delle ricette di una volta – “100 gr. burro, 200 cl. latte, 3 cucchiai di farina…” – sono in declino irreversibile (-5,3% quest’anno, – 4% dal 2007) mentre i piatti elaborati come zuppe pronte, insalate lavate o vassoi di sushi (+5,9% nel 2016, +41,9% dal 2007) vanno via come il pane. I pomodori pelati, per dire, sono ormai rari come panda: negli anni ’80 erano il 50% dei consumi nazionali di prodotti lavorati. Oggi sono solo il 10%, soppiantati dai sughi pronti. Costano di più, certo, ma consentono di risparmiare tempo, variabile che per le famiglie dove papà e mamma lavorano è pure denaro.

“Una sorpresa? Tutt’altro – dice Albino Russo, direttore generale della Coop e responsabile dell’ufficio studi – L’occupazione femminile aumenta, i giovani stanno ai fornelli meno dei genitori”. E la mappa dei carrelli della spesa – condizionata dal nuovo mantra “Cucinare meno, mangiare tutti” – si è adeguata: le vendite di spuntini e tramezzini sono cresciute nei primi sei mesi 2016 del 27,9%, quelle delle zuppe pronte – in primis le verdure per minestrone tagliate, lavate e asciugate – del 45,2%. (…)

Hollywood aveva capito per tempo che sarebbe finita così. Ritorno al futuro 2 aveva immaginato in celluloide, 30 anni fa, una cena del 2015: c’era una mini-pizza confezionata, infilata dalla famiglia McFly in uno strano forno a sogliola. Poi un comando secco – “83, livello 4” – tre secondi di borbottii dell’elettrodomestico et voilà, la Margherita era pronta. Niente padelle unte, nessuna macchia sull’inox dei fornelli. Sembrava fanta-gastronomia. Ma nelle cucine italiane del 2016, un anno dopo le previsioni di Robert Zemeckis, il pranzo servito da Michael J. Fox è diventato realtà.


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