C’è un vecchio e sapiente detto che dice: “La farina del diavolo va tutta in crusca!”. E’ un detto che va bene anche per il governo Renzi. Il governo di un Presidente del Consiglio che si dice “cattolico”, che è praticante, e che il giorno in cui venne approvata la Legge Cirinnà disse che l’Italia non doveva sentirsi un “Paese in festa”. Eccola qui la festa: un fallimento. Un fallimento morale …ed anche economico. (Il Cammino dei Tre Sentieri)
(FONTE: libertaepersona.org)
Qualche numero:
Voce risparmi: la riforma del Senato, che sarà eletto dai partiti, porta a circa 50 milioni di euro di risparmi;
Voci di spesa:
-il referendum del 4 dicembre costerà tra i 200 e i 300 milioni di euro;
-il ballottaggio introdotto dall’Italicum, costerà ogni volta circa 170 milioni di euro;
-palazzo Chigi, da quando governa Renzi, costa 100 milioni di euro l’anno in più rispetto alla gestione Letta;
-il bonus ai 18enni, mancetta elettorale stile panem et circenses, costa circa 200 milioni di euro;
-i vari bonus elargiti a destra e a manca, senza alcun criterio, costano allo Stato centinaia di milioni di euro;
…
Risultato: “il debito pubblico è aumentato di 123,688 mld in 26 mesi di governo Renzi al ritmo di 4,75 mldi di euro al mese, 160 milioni al giorno, 6,6 milioni l’ora, con aumento pro-capite di 2.025 euro ed un gravame di 37.145 euro ad abitante…”.
Pagheranno le nuove generazioni!
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