LA SOSTA – Anche con il linguaggio ci vogliono rubare il dovere di “ringraziare”

In questi giorni di tragedie, di  dispersi tra la neve e sotto le macerie di un hotel investito da una valanga, ad ogni buona notizia di qualche ritrovamento, si ascolta l’avverbio “fortunatamente”. “Fortunatamente” è stato ritrovato un bambino ancora in vita. Oppure quell’uomo ha avuto la “fortuna” di farcela.

Cari pellegrini, anche questo modo di parlare e di scrivere è segno di una mentalità in cui non c’è più spazio per Dio. Di una mentalità che, di riflesso, si manifesta in una impietosa insensatezza.

Il fattore “fortuna” richiama la pura casualità. D’altronde nel mondo pagano la dea Fortuna era non a caso rappresentata con la benda sugli occhi: insomma, il caso cieco attraverso di lei dominava violentemente gli eventi. Perché “violentemente”? Perché colpire alla cieca, vuol dire “violare” un diritto, quello della “giustizia”. Ognuno, infatti, dovrebbe logicamente avere il suo.

Ma -si potrebbe obiettare- anche se facessimo riferimento alla logica di Dio, verrebbe fuori un mistero, ovvero il non capire perché qualcuno viene aiutato e qualcun altro no, perché qualcuno viene miracolato e qualcun altro no.

Certamente la questione si pone, ma è una questione a cui si può dare una risposta.

Nella logica di Dio tutto ha un senso. C’è un senso che ingloba tutto. Possono sfuggire, e di fatto sfuggono, i significati particolari, ma il Significato complessivo non sfugge perché convinti che tutto è nelle mani di Dio che è Padre e che vuole il bene di tutti.

In vista della vita eterna per alcuni il bene può essere un miracolo, per altri no.

Cari pellegrini, la menzogna dei nostri tempi è che ci stanno privando del Significato e anche della possibilità di dire “Grazie”.

Ci vogliono convincere che tutto è assurdo e cieco e con questo ci costringono alla più desolante solitudine. A chi rivolgere il nostro “grazie” se è tutto casuale?

Avevano ragione le nonne e le vecchie zie: “se vuole Dio” dicevano parlando del futuro.

Era quella la vera sapienza di chi sapeva riconoscere un’evidenza, ovvero che tutto è in mano a Qualcuno che ci ama!

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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