Per i ragazzi occorrono “preti di strada”… o che insegnino il Catechismo?

In questi giorni si è tornati a parlare della paranza napoletana, ovvero di giovanissimi che nei vicoli di Napoli dettano legge con la violenza. Finanche i recenti casi di note pizzerie prese di mira, sarebbero riconducibili a loro.

Che dire?

Non mettiamo in dubbio quanto si prodighino i sacerdoti napoletani, così come non mettiamo in dubbio le difficoltà enormi nel dover curare le anime in zone come il quartiere Forcella e altri “difficili” quartieri.

Ma è inutile che giriamo intorno al problema. L’aumento della violenza e il conseguente cinismo nei confronti della Vita umana sono l’esito della mancanza del timor di Dio.

Ovviamente come sono molteplici le cause, sono anche molteplici le responsabilità. C’è la responsabilità delle istituzioni, la responsabilità delle famiglie, e così c’è anche la responsabilità della Chiesa.

In che e senso? Non in quello assistenziale, dove è indubbio che la Chiesa si prodighi molto, bensì in quello dottrinale.

La secolarizzazione non ha determinato l’eclissi dell’idea di Dio (Dio viene ugualmente pensato), bensì la metamorfosi di Dio, che da presenza si è trasformato in concetto astratto, da necessità in optional.

Il Dio come presenza era anche un Dio di cui si aveva un sano timore. Un Dio capace di giudicare, condannare e di perdonare qualora vi fosse un sincero pentimento.

Senza il giudizio, senza l’inferno, la vita diventa un trastullo dove tutto diventa funzionale al proprio io, ai propri interessi, al proprio tornaconto. Ma purtroppo queste verità ormai sono sparite dall’annuncio cristiano. Tutto si è ridotto a distorto buonismo e anche a insignificante sociologismo.

Mettere piuttosto i ragazzi dinanzi alle proprie responsabilità, dinanzi ad azioni che saranno giudicate per un destino eterno. Ecco, questo dovrebbero tornare a dire i parroci!

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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