BORRACCIA – 12 giugno

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti.
(Santa Caterina da Siena)

I SORSI

1

Cari pellegrini, abbiamo fatto un lungo cammino. Le nostre gambe hanno macinato chilometri e chilometri …per giunta in salita. La stanchezza è tanta. Ed anche la fame. Ci fermiamo in un ostello, pensiamo di trovare robuste e soddisfacenti pietanze per rifocillarci e invece ci fanno trovare come cibo una misera foglia d’insalata. Sì, cari pellegrini, avete capito bene: una misera foglia d’insalata!

2

Potremmo mai essere soddisfatti con una misera foglia d’insalata? Evidentemente no. Ci colpisce pertanto un’insoddisfazione tra la grandezza della domanda (la fame) e la piccolezza della risposta (la foglia d’insalata).

3

E’ questo un esempio banale per capire cosa accade nell’uomo quando pretende di soddisfarsi con ciò che è finito.

4

Il finito non soddisfa adeguatamente, non solo perché non colma il desiderio che è presente nell’uomo, ma anche perché, essendo finito, può spingere alla noia. Montale lo dice in Ossi di seppia: “Sotto l’azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va, né sosta mai perché tutte le immagini portano scritto ‘più in là!’.” L’uomo, insomma, è come un gabbiano che vede uno scoglio e vi si posa, ma, come non soddisfatto, immediatamente riprende il volo per posarsi su un altro scoglio, e poi su un altro ancora…

5

Al finito manca l’elemento della “novità”. O meglio: se si presenta come novità, finisce poi, dopo un po’ di tempo, con non l’esserlo più.

6

Ecco il senso di ciò che Santa Caterina dice a Dio nel suo Dialogo della Divina Provvidenza: “Trinità, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, più cresce la sete di cercarti.

7

Dio ci ha fatti per Lui. Ci hai fatti per soddisfarci unicamente di ciò che è grande, di ciò che immenso, di ciò che è infinito.

8

La nostra cecità diventa talmente grande da avere di noi stessi un misero giudizio; e in tal modo ci roviniamo pensando di poterci soddisfare solo con la miseria del ventre.

9

Cari pellegrini, torniamo all’immagine da cui siamo partiti? Qui si tratta di essere sanamente scaltri (cfr. Luca 16,8).

10

Con la fame che abbiamo, conviene sederci ad un tavolo dove si serviranno piatti consistenti e succulenti oppure ad un tavolo dove verrà servita solo una misera foglia d’insalata? Insomma, conviene accomodarsi al “banchetto di Dio” o al “banchetto del mondo”, che nulla può offrire di realmente soddisfacente?

Al Signore Gesù

Signore, ti chiedo di aprirmi sempre gli occhi.

Che possa aver ben presente cosa significa essere una creatura fatta a tua “immagine e somiglianza”.

Addirittura mi hai elevato a vivere della Tua Vita (la Grazia). Che non lo dimentichi. Anzi: che costruisca il mio esistere su questa straordinaria e stupenda verità.

Alla Regina dello Splendore

Madre, quante volte te l’ho detto, ma non mi stancherò mai di ripeterlo:

Tu sei Colei che, pur essendo finita, hai generato l’Infinito,

Tu sei Colei che nel suo grembo limitato hai portato l’Infinito.

Aiutami a vivere di questo Infinito.

Fa che capisca di cosa ho davvero bisogno nella mia vita.

Che mi convinca sempre più che senza il Tuo Divin Figlio nulla può veramente attrarre e soddisfare.

Rendimi anche capace di farlo capire a chi non vuol capire.

Vivendo stretto a Te, sono certo di non cadere nell’inganno del Mondo.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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