L’Eucaristia e le epidemie: il grande esempio di san Francesco Marto

di Maria Bigazzi

Un bambino molto conosciuto è Francesco Marto, proclamato santo il 13 maggio del 2017.

Questo piccolo bimbo amava immensamente Gesù Eucaristia che chiamava familiarmente “Gesù Nascosto”, e nutriva un grande amore verso la Vergine Maria che appariva a lui, alla sorellina Giacinta e alla cugina Lucia alla Cova di Iria.

La prima apparizione avvenne il 13 maggio del 1917. Mentre i tre bambini pascolavano il gregge, vennero sorpresi da un lampo improvviso. Il cielo e l’orizzonte erano sereni e i tre pastorelli rimasero muti e sbalorditi.

Impauriti, richiamarono velocemente gli animali, avviandosi verso la discesa della montagna del pascolo. Mentre scendevano furono fermati da un secondo lampo.

I tre pastorelli affrettarono il passo continuando a scendere. Una volta giunti in fondo alla Cova, si fermarono improvvisamente. Sopra un leccio alto poco più di un metro, apparve loro la Vergine Maria in tutto il suo splendore.

Lucia la descrisse come “una Signora tutta vestita di bianco, più brillante del sole, che spargeva una luce più chiara ed intensa di quella di un bicchiere di cristallo colmo d’acqua limpida, attraversato dai raggi del sole più cocente”.

I bambini rimasero colpiti dalla bellezza e dall’amore della Madre Celeste.

Vi è uno stretto legame tra le apparizioni della Vergine Maria a Fatima e la Santissima Eucaristia. Infatti, come Gesù e Maria furono uniti dal momento dell’incarnazione fino al coronamento dell’intera missione salvifica dolorosissima del Calvario, così ora sono uniti sull’altare e nell’Eucaristia.

Ma i pastorelli prima di vedere la Vergine Maria, furono preparati dall’Angelo della Pace, il quale insegnò loro una particolare preghiera di adorazione e riparazione a Gesù Eucaristico.

Nella terza apparizione l’Angelo apparve ai tre bambini con un Calice tra le mani sopra il quale stava sospesa un’Ostia, e dopo aver recitato assieme a loro la preghiera alla Santissima Trinità, prese nuovamente il Calice e l’Ostia che erano rimasti sospesi nell’aria, e diede l’Ostia a Lucia e il Sangue del Calice a Francesco e a Giacinta dicendo: “Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio”.

Francesco, Giacinta e Lucia seppero fare grande tesoro dei doni di Dio, e la loro vita divenne un inno perenne di lode a Lui, al quale seppero offrire sacrifici di ogni genere per Suo amore e per la salvezza dei poveri peccatori.

Nel 1918 scoppiò una terribile pandemia chiamata spagnola, che si diffuse con velocità sorprendente in tutto il mondo. In soli diciotto mesi vennero contagiati almeno un terzo della popolazione mondiale.

Si stimano tra i 20/50 o addirittura 100 milioni di vittime.

All’inizio la malattia non veniva ben compresa e i decessi erano spesso attribuiti alla polmonite. Nelle trincee e negli accampamenti sovraffollati della prima guerra mondiale, l’epidemia si diffuse velocemente contagiando sempre più persone, mentre gli spostamenti favorivano la diffusione dei contagi.

Nei mesi tra settembre e dicembre del 1918, la pandemia raggiunse il suo culmine, mietendo un numero elevato di persone, mentre i servizi sanitari si trovarono in grave difficoltà.

Anche Giacinta e Francesco si ammalarono di spagnola. La Vergine Maria aveva predetto loro che presto sarebbero saliti in Cielo. Questi due bambini di 9 e 10 anni seppero affrontare eroicamente le sofferenze, sempre uniti ai Cuori di Gesù e Maria.

Francesco in particolare coltivava una speciale devozione verso l’Eucaristia. Prima che si ammalasse, sulla strada verso la scuola, si fermava spesso nella chiesa a contemplare Gesù “nascosto” nel Tabernacolo.

“Io resto qui in chiesa, vicino a Gesù nascosto. Per me non vale la pena imparare a leggere, fra poco vado in Cielo!”, diceva a Lucia.

La Spagnola lo colpì nel dicembre 1918, ma egli offrì per mesi le sue sofferenze, unendole a quelle di Cristo, con lo sguardo sempre rivolto ai beni celesti. Gesù Eucaristia era la sua unica fonte di gioia e consolazione. Francesco aveva ben compreso che Essa è il vero cibo dell’anima, la dolcezza dei forti e il vigore dei deboli.

Il suo unico pensiero era quello di poter ricevere Gesù e di consolarlo per tutti gli oltraggi che riceve. Il parroco gli amministrò la santa Eucaristia a un giorno dalla sua morte, riempiendo il suo cuore di gioia immensa.

Il giorno seguente Francesco disse alla sorellina Giacinta: “Oggi sono più felice di te, perché ho Gesù nel mio cuore”. E insieme si misero a recitare il santo Rosario. Nella notte diede l’ultimo saluto a Lucia, dandosi un arrivederci in Cielo. Poi disse alla madre che gli stava accanto: “Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!… Adesso non la vedo più…”.

Il suo volto si illuminò di un sorriso angelico e, senza agonia, senza contrazione, senza un gemito, spirò dolcemente. Non aveva ancora 11 anni.

“Solo Gesù è tutto, il resto è nulla” diceva santa Teresina del Bambino Gesù.

La vita di Francesco è per noi un grande esempio. Nonostante fosse stato colpito dalla terribile epidemia, il suo unico pensiero era quello di “Gesù Nascosto”, che amava immensamente e che desiderava ricevere.

La Carne e il Sangue di Cristo sono vero cibo e vera bevanda, nutrimento, forza e vita che noi riceviamo nella santa Comunione sacramentale e spirituale.

In essa Gesù si dona completamente a noi, ed essendo Amore unitivo, penetra nel nostro petto rimanendo corporalmente presente in noi il tempo che durano le specie del pane e del vino.

Unita a Gesù Cristo nella santa Eucaristia, l’anima riceve i frutti che le permettono di compiere una trasformazione graduale interiore che assimila la nostra persona a Gesù Ostia, con l’acquisto delle sue virtù e con la perfezione che configura la nostra vita in modo sempre più santo.

Non dimentichiamoci mai dell’immenso dono della Santa Eucaristia. Nel dolore, nelle sofferenze, nei momenti di angoscia, di paura e tribolazione, ricordiamoci Chi è il nostro unico e vero Salvatore che solo può darci la vera Vita.

Non rinunciamo all’Eucarestia per le paure di questo mondo. Siamo cristiani e figli di Dio, e per mezzo dello Spirito Santo abbiamo ricevuto i doni che ci permettono di vivere con coraggio e rettitudine.

Infatti, se “Dio è con noi, chi sarà contro di noi?”.

 Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

Be the first to comment on "L’Eucaristia e le epidemie: il grande esempio di san Francesco Marto"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*