MESSA DEL GIORNO (con meditazione) – Domenica di Quinquagesima

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Introito

(Salmo 30,3-4)

Sii mio protettore, o Dio, e mio luogo di rifugio per salvarmi: poiché tu sei la mia fortezza e il mio riparo: per il tuo nome guidami e assistimi.

(Salmo 30,2)

In Te, o Signore, ho sperato, ch’io non resti confuso in eterno: nella tua giustizia liberami e salvami.


Epistola

(1 Corinti 13, 1-13)

Fratelli, quand’io parlassi le lingue degli uomini e degli Angeli, se non ho la carità, sono come un bronzo che suona e un cembalo che squilla. E quando avessi la profezia, e conoscessi tutti i misteri ed ogni scienza, e quando avessi tutta la fede, fino a trasportare i monti, se non ho la carità, sono un niente. E quando distribuissi tutto il mio per nutrire i poveri e sacrificassi il mio corpo ad essere bruciato, se non ho la carità, nulla mi giova. La carità è paziente, è benefica; la carità, non è invidiosa, non è insolente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca il proprio interesse, non s’irrita, non pensa male, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non verrà mai meno. Le profezie passeranno, cesseranno le lingue, la scienza avrà fine: perché imperfettamente conosciamo e imperfettamente profetiamo; e quando sarà venuta la perfezione ciò ch’è imperfetto dovrà sparire. Quando ero bambino parlavo da bambino, avevo gusti da bambino, pensavo da bambino; ma fatto uomo non ho smesso le cose che erano da bambino. Ora noi vediamo come in uno specchio in modo enigmatico; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco parzialmente, ma allora conoscerò come io sono conosciuto. Rimangono per ora tutte e tre: fede, speranza e carità, ma la più grande di queste tre virtù è la carità.


Graduale

(Salmo 76,15; 76,16)

Tu sei Dio, il solo che operi meraviglie: hai fatto conoscere tra le genti la tua potenza. Liberasti con la tua forza il tuo popolo, i figli di Israele e di Giuseppe.

(Salmo 99,1-2)

Acclama a Dio, o terra tutta: servite il Signore in letizia. Entrate alla sua presenza con esultanza: sappiate che il Signore è Dio. Egli stessi ci ha fatti, e non noi stessi. Noi siamo il suo popolo e il suo gregge.


Vangelo

(Luca 18, 31-43)

In quel tempo, Gesù, presi in disparte i dodici, disse loro: “Ecco noi ascendiamo a Gerusalemme e s’adempiranno tutte le cose predette dai Profeti riguardo al Figlio dell’uomo; egli sarà dato nelle mani dei gentili, sarà schernito e flagellato e coperto di sputi. E, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma risorgerà il terzo giorno”. E quelli nulla compresero di tutte quelle cose, ed il senso di esse era loro nascosto e non afferravano quanto veniva loro detto. Ora avvenne che mentre egli s’avvicinava a Gerico, un cieco stava seduto lungo la strada a mendicare; e, sentendo passare la folla, domandò che cosa fosse. Gli dissero che passava Gesù Nazareno. Allora egli gridò: “Gesù, figlio di David, abbi pietà di me”. E quelli che precedevano gli gridavano di tacere. Ma lui gridava più forte che mai: “Figlio di Davide, abbi pietà di me”. Allora Gesù, fermatosi, comandò che glielo avvicinassero. E quando gli fu vicino, gli domandò: “Che vuoi ch’io ti faccia?” E quello: “Signore, esclamò, che ci veda”. E Gesù gli disse: “Guarda, la tua fede ti ha salvato”. E subito ci vide e gli andò dietro glorificando Dio. E tutto il popolo, visto il miracolo, lodò Dio.


Meditazione

  1. Gesù chiede al povero cieco, ammirando la sua fede: “Cosa vuoi che ti faccia?
  2. Di certo il Dio cattolico non adempie a tutte le richieste, perché ce ne potrebbero essere di non conformi alla sua volontà e quindi di non conformi al Bene a cui ognuno deve tendere. Ma ciò che è interessante è che si tratta di un Dio che chiede ciò che noi desideriamo.
  3. Un Dio, cioè, che vuole accontentarci.
  4. Quanto diversa questa prospettiva rispetto al divino pagano, in cui l’uomo doveva considerarsi un suo trastullo, ma anche rispetto al divino del deismo moderno, ovvero un Dio distaccato, freddo e indifferente.
  5. No, il Dio incarnato chiede invece: “Cosa vuoi che ti faccia?“….cioè: “Cosa posso fare per Te? Rivolgiti a me, come un figlio può e deve rivolgersi ad un padre”.

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, a fianco a Te assaporerò sempre la tenerezza amorevole del tuo Divin Figlio.
  2. proprio Tu, in quanto madre da Lui donatami, sei il segno concreto, consolante, delicato ed efficace di questo suo amore.
  3. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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