BELLEZZA DEL TEMPO – Si può vivere cristianamente il Carnevale?

L’origine del Carnevale è senz’altro pagana. In quei rituali si facevano cose moralmente inaccettabili. Oggi -di fatto- viene vissuto allo stesso modo e quindi è giusto e doveroso riparare i tanti peccati che si commettono.

Resta però il fatto che esiste anche un modo cristiano di vivere il Carnevale. Il medioevo ce lo insegna. Un modo allegro, con divertimenti moralmente leciti, per vivere con gioia i giorni che immediatamente precedono la Quaresima, dove è doveroso fare adeguata penitenza.

Un tempo, proprio perché la Quaresima si faceva seriamente, ci si sentiva in un certo qual modo legittimati a vivere “grassamente” i giorni del Carnevale. Oggi, invece, è sempre Carnevale… anche durante la Quaresima.

L’allora cardinale Ratzinger scrisse in proposito nel suo Speranza del grano di senape:

In merito al Carnevale non siamo forse un po’ schizofrenici? Da una parte diciamo molto volentieri che il carnevale ha diritto di cittadinanza proprio in terra cattolica, dall’altra poi evitiamo di considerarlo spiritualmente e teologicamente. Fa dunque parte di quelle cose che cristianamente non si possono accettare, ma che umanamente non si possono impedire? Allora sarebbe lecito chiedersi: in che senso il cristianesimo è veramente umano?  L’ origine del carnevale è senza dubbio pagana: culto della fecondità ed evocazione di spiriti vanno insieme. La chiesa dovette insorgere contro questa idea e parlare di esorcismo che scaccia i demoni i quali rendono gli uomini violenti e infelici. Ma dopo l’ esorcismo emerse qualcosa di nuovo, completamente inaspettato, una serenità ‘sdemonizzata’: il carnevale fu messo in relazione con il mercoledì delle ceneri, come tempo di allegria prima del tempo della penitenza, come tempo di una serena autoironia che dice allegramente la verità, la quale può essere molto strettamente congiunta con quella del predicatore della penitenza. In tal modo il carnevale, una volta ‘sdemonizzato’, nella linea del predicatore veterotestamentario può insegnarci: ‘C’ è un tempo per piangere e un tempo per ridere…’ (Qo 3,4). L’esorcismo cristiano ha distrutto le maschere demoniache, facendo scoppiare un riso schietto e aperto. Sappiamo tutti quanto il carnevale sia oggi non raramente lontano da questo clima e in qualche misura sia diventato un affare che sfrutta la debolezza dell’uomo. Regista è mammona e i suoi alleati. Per questo noi cristiani non lottiamo contro, ma a favore dell’allegria. La lotta contro i demoni e il rallegrarsi con chi è lieto sono strettamente uniti: il cristiano non deve essere schizofrenico, perché la fede cristiana è veramente umana.  

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2 Comments on "BELLEZZA DEL TEMPO – Si può vivere cristianamente il Carnevale?"

  1. Ave Maria!
    Caro Prof. Gnerre (Corrado) e Collaboratori,
    non esiste affatto un carnevale cristiano. Vi prego di sconfessare affermazioni dell’era postconciliare che non possono cancellare la retta fede, l’insegnamento dei Santi e della Chiesa tradizionale, Madre e Maestra, non maestrina mondana.
    Mi permetto di segnalare a voi e ai lettori, perché lo pubblichiate possibilmente oggi che finiscono le carnevalate, un ottimo articolo di un sacerdote fedele:
    https://dominameaetmatermea.blogspot.com/2015/02/carnevale-no-grazie.html
    Di mio aggiungo che non è un’occasione mondana come il carnevale a dare la gioia e l’allegria vere, né è un’occasione santa come la Quaresima a toglierci l’allegria che per il cristiano fedele non viene mai meno.
    Grazie e spero nella vostra buona accoglienza.
    Isidoro

    • In realtà l’articolo che abbiamo pubblicato non nega le origini pagane del carnevale, né tanto meno il fatto che purtroppo in questi giorni, soprattutto nel mondo di oggi, si commettano tanti peccati che devono essere riparati. Piuttosto afferma che è possibile vivere anche “cristianamente” il carnevale, come -per esempio- avveniva durante il medioevo. In quel periodo si permetteva nei giorni precedenti la Quaresima una maggiore allegria (moralmente lecita) al fine di capire la scansione temporale e quindi prepararsi più adeguatamente a vivere in maniera seriamente penitenziale la Quaresima.

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