Rubrica a cura di Corrado Gnerre
da Teologia della perfezione cristiana, di Antonio Royo Marin, n.324
La magnanimità è la virtù che inclina a intraprendere opere grandi, splendide e degne di onore in ogni genere di virtù. Spinge sempre a ciò che è grande e splendido, alla virtù eminente; è incompatibile con la mediocrità.
Alla magnanimità si oppongono quattro vizi: tre per eccesso ed uno per difetto.
Per eccesso si oppongono direttamente:
La presunzione, che inclina ad intraprendere cose superiori alle nostre forze.
L’ambizione, che ci spinge a procurarci onori non dovuti al nostro stato e ai nostri meriti.
La vanagloria, che cerca fama e rinomanza senza i meriti su cui fondarla o senza ordinarla al suo vero fine, che è la gloria di Dio e il bene del prossimo.
Alla magnanimità si oppone per difetto la pusillanimità, che è il peccato di coloro che per eccessiva sfiducia in sé medesimi o per un’umiltà malintesa non fanno fruttificare tutti i talenti che hanno ricevuto da Dio; il che è il contrario alla legge naturale, che obbliga tutti gli esseri a sviluppare la propria attività giovandosi di tutti i mezzi e tutte le energie di cui Dio li ha dotati.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Be the first to comment on "SOSTA – Magnanimità sì. Pusillanimità no!"