Nello Stato di New York si può abortire fino alle soglie del parto. I Democratici, e con loro il governatore Cuomo,  hanno approvato un provvedimento presentato 13 anni fa ma finora mai trasformatosi in legge.

C’è da meravigliarsi? No.

Riscomodiamo il trito e ritrito esempio della valanga, che a monte nasce con pochi ciottoli e poi, incamerando neve su neve, arriva a valle talmente grande da distruggere tutto. Fuor di metafora: se si ammette il principio dell’aborto volontario, qualsiasi tentativo di limitare l’aborto non riesce a trovare alcuna giustificazione logica degna di questa definizione.

Ed ecco perché da sempre consigliamo chiunque volesse affrontare un discorso con gli abortisti di partire da una domanda fondamentale: Ciò che è nel grembo materno è vita o non è vita? Perché, se non è vita, allora tutto è possibile; anche abortire per un futile motivo. Ma se è vita umana, allora qualsiasi motivo, anche il più serio e il più grave non potranno mai giustificare la soppressione di una vita umana indifesa ed innocente.

Svincolarsi da questo dato, vuol dire permettere tutto. Lo ripetiamo: la vita o inizia dal concepimento o non inizia mai!

Il concepimento, infatti, è una realtà completamente nuova. Lo zigote conta 46 cromosomi, mentre lo spermatozoo e l’ovulo ne contano 23, il che vuol dire che sono ancora parte dell’organismo del padre e della madre. Lo zigote, no: è qualcosa di totalmente nuovo! Troppo piccolo? Potrebbe obiettare qualcuno. Rispondiamo: un grammo d’oro pesa di meno di un chilo d’oro, ma entrambi sono oro! La vita non si misura quantitativamente, bensì nella sua sostanza ontologica.

Ancora una volta la logica difende la Verità. Ma il problema è che oggi molti difensori della vita impostano la loro pur lodevole attività su fattori sentimentali ed emotivi, dimenticando che senza l’apologetica queste grandi questioni non si possono adeguatamente affrontare.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri