Quali sono i “motori” della vita del cristiano? L’amore e il sacrificio per Dio …il resto è “optional”

Il grande maestro di spiritualità, padre Adolphe Tanquerey (1854-1932), afferma chiaramente che due sono i motori che devono muovere la vita del cristiano: l’amore e il sacrificio per il Signore. Il resto è solo optional
Queste parole sono tratte dal suo celebre Compendio di Teologia ascetica e mistica
Amore e sacrificio, ecco dunque tutta la perfezione cristiana. Or chi non può, con la grazia di Dio, adempiere questa doppia condizione? È dunque così difficile amare Colui che è infinitamente amabile e infinitamente amante?
L’amore che Dio ci si chiede non è qualche cosa di straordinario, è l’amore di abnegazione, è il dono di noi stessi, è specialmente la conformità alla divina volontà.
Voler amare è dunque amare; osservare i comandamenti per Dio è amare; pregare è amare; compiere i doveri del proprio stato per piacere a Dio è amare; anzi ricrearsi, nutrirsi con le stesse intenzioni è amare; rendere servizio al prossimo per Dio è amare.
Non v’è quindi nulla di più facile, con la grazia di Dio, del praticare costantemente la divina carità e così incessantemente progredire verso la perfezione.
 
Il sacrificio certamente appare più penoso; ma Dio non ci chiede di amarlo per sé stesso: basta amarlo per Dio, o, in altre parole, persuadersi che sulla terra non si può amare Dio senza rinunziare a ciò che è di ostacolo al suo amore. Allora il sacrificio diventa prima tollerabile e poi presto anche amabile.
Una madre che passa le lunghe notti al capezzale del figlio ammalato, non accetta forse lietamente le sue fatiche, quando ha la speranza, specialmente poi se ha la certezza di salvargli la vita? Ora noi abbiamo non solo la speranza, ma la certezza di piacere a Dio, di procurarne la gloria, e nello stesso tempo di salvarci l’anima, quando, per amor di Dio, c’imponiamo i sacrifici che ci domanda. E non abbiamo per rinfrancarci gli esempi e gli aiuti dell’Uomo-Dio? Non patì Gesù quanto e più di noi per glorificare il Padre suo e salvare le anime nostre?
E noi, suoi discepoli, incorporati a lui col battesimo, nutriti del suo corpo e del suo sangue, esiteremo a patire in unione con lui, per amore di lui, secondo le stesse sue intenzioni?
E non è forse vero che la croce ha i suoi vantaggi, specialmente per i cuori che amano? “Nella croce sta la salute, dice l’Imitazione di Cristo; nella croce la vita; nella croce la protezione contro i nemici; nella croce una soavità tutta celeste: “In cruce salus, in cruce vita, in cruce protectio ab hostibus, in cruce infusio supernæ suavitatis”.
Concludiamo dunque con Sant’Agostino: “Per i cuori che amano non vi sono sacrifici troppo penosi; vi si trova anzi diletto, come si vede in quelli che amano la caccia, la pesca, la vendemmia, gli affari… Perché, quando si ama, o non si patisce o anche quel patimento si ama […].
 
Affrettiamoci a progredire, per la via del sacrificio e dell’amore, verso la perfezione, perché per noi è un obbligo.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza 
Il Cammino dei Tre Sentieri

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