SOSTA – Quando si ama la Madonna tutto e’ possibile, anche che si salvi un’anima dannata. Parola di sant’Alfonso!

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Sant’Alfonso Maria de’ Liguori narra questo edificante episodio nel suo Le glorie di Maria:

Si narra che un cavaliere molto devoto alla divina Madre aveva preparato nel suo palazzo un oratorio dove, davanti a una bella immagine di Maria, si tratteneva spesso a pregare non solo di giorno, ma anche di notte, interrompendo il riposo per andare ad onorare la sua amata regina. La moglie, donna per altro molto pia, essendosi accorta che il marito quando nella casa il silenzio era più profondo si alzava dal letto e ritornava nella stanza dopo molto tempo, cominciò ad essere gelosa e ad avere dei sospetti. Perciò un giorno per liberarsi da questo assillo che la tormentava si azzardò a domandare al marito se amasse un’altra donna. Sorridendo il cavaliere le rispose: « Sappi che io amo la signora più amabile del mondo. A lei ho donato tutto il mio cuore e potrei morire piuttosto che cessare di amarla. Se tu la conoscessi, mi diresti tu stessa di amarla più di quanto io ora la ami ». Egli intendeva parlare della santa Vergine che amava con tanta tenerezza. Ma la moglie, più che mai insospettita, per meglio accertarsi della verità, gli chiese se ogni notte si alzava dal letto e usciva dalla camera per incontrare quella signora. Il cavaliere, che non si rendeva conto del grande turbamento della moglie, rispose di sì. La donna, sempre più convinta della verità dei suoi sospetti infondati, accecata dalla passione, una notte in cui il marito secondo il suo solito uscì dalla camera, disperata prese un coltello, si tagliò la gola e poco dopo morì. Terminate le sue devozioni, il cavaliere ritornò nella stanza, andò per rimettersi a letto, ma lo trovò tutto bagnato. Chiamò la moglie che non rispondeva, la scosse, ma la donna rimase insensibile. Alla fine prese il lume, vide il letto pieno di sangue e la moglie con la gola ferita, morta. Allora capì che la donna si era uccisa per gelosia. Chiuse a chiave la stanza e ritornato nella cappella si prostrò davanti all’immagine della santa Vergine. «Madre mia, cominciò a dire piangendo dirottamente, vedi in quale afflizione mi trovo. Se non mi consoli tu, a chi devo ricorrere? Pensa che per venire ad onorare te, ho avuto la disgrazia di vedere mia moglie morta e dannata. Madre mia, tu puoi porre rimedio a questa sventura; fallo, te ne prego!». Chi prega questa Madre di misericordia con fiducia, ottiene da lei quello che vuole. Appena il cavaliere finì la sua preghiera, ecco che una serva venne a dirgli di tornare nella sua stanza perché la moglie lo chiamava. La sua gioia fu tale che non riuscì a crederci e disse alla ragazza di andare a vedere se veramente la moglie volesse vederlo. La serva ritornò: « Sì, andate presto, perché la padrona vi sta aspettando ». Andò, aprì la porta e vide la moglie viva che si buttò ai suoi piedi piangendo e lo pregò di perdonarlo: «Ah, sposo mio, la Madre di Dio per le tue preghiere mi ha liberata dall’inferno ». Così tutti e due, piangendo di gioia, andarono a ringraziare la santa Vergine nell’oratorio. La mattina seguente il marito invitò a un banchetto tutti i parenti ai quali fece narrare il fatto dalla moglie stessa, che mostrava il segno lasciato dalla ferita e ognuno sentì crescere in sé l’amore per la divina Madre.


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