SOSTA – Riflessioni “profetiche” di un medico cattolico

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


da Le riflessioni di un medico cristiano, di Fabio Trevisan, in “Il Settimanale di Padre Pio”, anno XVII, n.21


Alexis Carrel (1873-1944) nelle Riflessioni sulla condotta della vita imputava all’essersi discostate dalle leggi naturali e dall’ordine cristiano l’evidente fallimento delle ideologie: “Nel mondo c’è un ordine. Le leggi naturali esprimono i modi di essere delle cose. Esse sono inesorabili, universali, silenziose ed eterne.”

Per il grande fisiologo e chirurgo francese, Premio Nobel nel 1912 (a soli 39 anni) per la fisiologia e chirurgia fisiologica, non era soltanto il corpo dell’uomo ad essere oggetto di studio e di ricerca, ma anche e soprattutto lo spirito. Nelle sue considerazioni egli mai dimenticava la vera natura dell’essere umano quale simbiosi di spirito e materia. L’uomo e la donna erano quindi visti in una dimensione organica ed integrale e ne denunciava, come nel saggio L’uomo, questo sconosciuto del 1935, i tentativi di manipolarne le specificità: “La società moderna ha commesso il grave errore di sostituire, fin dalla più tenera età, la scuola all’insegnamento familiare, e vi è stata trascinata per il tradimento delle donne che abbandonano i figli alle governanti per occuparsi della propria carriera, delle ambizioni personali, dei piaceri sessuali, delle fantasie letterarie (…).”

Egli temeva quello che di lì a poco sarebbe veramente accaduto: la standardizzazione delle persone e l’omologazione verso il basso. Testualmente pronunciò queste parole: “Se gli uomini fossero tutti identici, sarebbe possibile allevarli, farli vivere, lavorare in grandi masse, come gli animali; invece ciascuno possiede una sua personalità e non può essere considerato un simbolo o un numero.”


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