Perché la penitenza dà fastidio alla nostra cultura?

di Corrado Gnerre 


La Quaresima richiama il deserto in cui Gesù andò a fare penitenza per quaranta giorni.

Gesù aveva bisogno di far penitenza, Lui che è vero uomo ed anche vero Dio? La risposta è ovviamente negativa. E allora perché andò nel deserto? Per insegnare quanto per noi sia necessaria la penitenza; e quanto essa costituisca la verità sulla natura umana.

Verità sulla natura umana. Vediamo perché.

Pochi sanno che la penitenza è strutturalmente anti-moderna. E non perché richiami chissà quali atmosfere passate; bensì perché richiama una verità antropologica che è stata volutamente negata dalla mentalità  moderna e anche da quella contemporanea postmoderna.

La penitenza, infatti, presuppone che l’uomo è libero. Per due motivi.

Il primo è perché la penitenza è una purificazione dei peccati. Ora, se c’è necessità di purificarsi dai peccati è perché questi sono atti liberi, ovvero atti che si sarebbero anche potuti non compiere. Il peccatore deve far penitenza perché ha sbagliato.

Il secondo motivo è perché la penitenza serve a governare se stessi; a far sì che l’uomo intervenga su stesso per riformarsi.

Ci sono due filosofi chiave per capire il pensiero moderno: Hobbes e Rousseau.

Il primo afferma che l’uomo è strutturalmente cattivo, per cui l’unica speranza per fare in modo che agisca bene è che ci sia uno Stato forte che lo costringa a tale comportamento.

Rousseau, invece, dice il contrario e cioè che l’uomo sarebbe in natura buono e che il suo comportamento negativo sarebbe causato dalla società ingiusta.

Entrambi questi filosofi, pur dicendo cose molto diverse, arrivano però alla stessa conclusione: l’uomo non è libero, la sua salvezza sta solo in ciò che è esterno a lui; lo Stato per Hobbes, la nascita di una società perfettamente giusta (quindi utopica) per Rousseau.

La penitenza, invece, è un “manifesto” a favore della libertà e della responsabilità umane. L’uomo può migliorarsi intervenendo su stesso, convertendo il suo cuore, governando se stesso. Disciplinandosi.

Ma c’è un altro punto che attesta quanto la penitenza sia strutturalmente anti-moderna.

La penitenza fa capire che le scelte e gli atti non sono tutti uguali. Ci sono scelte e atti buoni e scelte e atti cattivi. Purificare i peccati, vuol dire che la libertà, per essere vera libertà, deve orientarsi al Bene, cioè deve essere giudicata dalla Verità.

Cosa ben diversa dal “credo” attuale in cui ogni desiderio e capriccio individuali pretendono di essere riconosciuti come diritti.


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2 Comments on "Perché la penitenza dà fastidio alla nostra cultura?"

  1. Verissimo. Senza penitenza poi ci si raffredda, e assediati come siamo da un mondo che vive nell’illusoria convinzione che tutto sia lecito e giusto, in quanto sinonimo di libertà, diviene il necessario modo per mettersi di fronte a noi stessi e non adagiarsi sugli allori della mentalità mondana.

  2. Giusto è così.
    Facciamola però.

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