Santa Vergine Maria Regina

Il popolo cristiano, con intuito sicuro, ha sempre riconosciuto la dignità regale della Madre del “Re dei Re e “Signore dei Signori”. I Padri della Chiesa, i Dottori, i Papi se ne fecero lungo i secoli gli interpreti autorizzati e la trionfale testimonianza di questa comune convinzione si manifesta negli splendori dell’arte e nella penetrante catechesi della liturgia. I teologi, poi, mostrarono come questo titolo regale conveniva alla Madre di Dio, intimamente associata all’opera redentrice del suo Divin Figlio, e mediatrice di tutte le grazie. Aderendo ai voti unanimi dei fedeli e dei pastori, Pio XII nella sua enciclica Ad caeli Reginam, dell’11 ottobre 1954, istituì la festa di Maria Regina, sanzionando così il culto che nel loro cuore tutti già rendevano alla Sovrana del cielo e della terra.


Introito 

Gioiamo tutti nel Signore! Celebriamo un giorno di festa in onore della Beata Vergine Maria Regina; gli Angeli partecipano alla gioia di questa solennità e lodano in coro il Figlio di Dio.

 (Salmo 44,2)

Erompe dal mio cuore un tema gradito: dico al Re il mio canto.


Lettura

(Ecclesiastico 24,5-31)

Io uscii dalla bocca dell’Altissimo primogenita avanti a tutte le creature.

Io feci nascere nel cielo una luce, che mai vien meno, e quasi con nebbia ricoprii tutta la terra.

Negli altissimi cieli io posi mia stanza, e il mio trono sopra una colonna di nubi.

Io sola feci tutto il giro del cielo, e penetrai nell’abisso profondo, camminai sui flutti del mare.

E in ogni parte della terra posai il mio piede.

E di tutti i popoli, e di tutte le genti ebbi l’impero.

E dei grandi e dei piccoli soggiogai i cuori con mia possanza, e tra tutti questi cercai dove posarmi, e fisserò mia dimora nell’eredità del Signore.

Allora il Creatore di tutte le cose ordinò, e parlò a me, e quegli che mi creò stabilì il mio tabernacolo.

E mi disse: abita con Giacobbe, e tuo retaggio sia Israele, e tue radici getta nei miei eletti.

Da principio, e prima dei secoli io fui creata, e per tutto il futuro secolo io sarò sempre, e nel tabernacolo santo esercitai il mio ministero dinanzi a lui.

Così ferma stanza io ebbi in Sion, ed anche la santa città fu il luogo del mio riposo, e in Gerusalemme fu la mia reggia.

E gettai mie radici in un popolo glorioso, e nella porzione del mio Dio, la quale o il suo retaggio, e la mia abitazione fu nella piena adunanza dei santi.

Mi alzai qual cedro sul Libano, e qual cipresso sul monte di Sion.

Stesi i miei rami come una palma di Cades, e come una pianta di rose in Gerico.

Mi innalzai come un bell’ulivo nei campi, e come platano nelle piazze presso delle acque.

Qual di cinnamomo, e di balsamo aromatico spirai odore, soave odore spirai come di mirra eletta.

E si riempì la mia abitazione di odoriferi vapori come di storace, di galbano, e di oniche, e di lagrima, e di incenso non espresso per incisione, e il mio odore è come il balsamo non misturato.

Io distesi i miei rami qual terebinto, e i miei rami sono pieni di onore, e di grazia.

Io come la vite gettai fiori di odore soave, e i miei fiori sono frutti di gloria, e di ricchezza.

Io, madre del bell’amore, e del timore, e della scienza, e della santa speranza.

In me ogni grazia per conoscere la via della verità: in me ogni speranza di vita e di virtù.

Venite a me voi tutti, voi, che siete presi dall’amore di me; e saziatevi de’ miei frutti;

Perocché dolce è il mio spirito più del miele, e la mia eredità più del favo del miele:

Memoria di me si farà per tutta la serie dei secoli.

Coloro che mi mangiano, hanno sempre fame, e coloro che mi bevono, hanno sempre sete.

Chi ascolta me, non avrà mai da arrossire, e quelli, che per me operano, non peccheranno. 

Coloro che mi illustrano, avranno la vita eterna.


Vangelo

(Luca 1,26-33)

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».


Meditazione

  1. La Regina dello Splendore, Regina della Sapienza e Regina dell’universo intero, come un immenso albero stende i suoi “rami” per donarci il conforto della sua protezione. Così dice la Lettura.
  2. I rami ricoprono, proteggono. Il tutto, però, con una grande delicatezza.
  3. Se uno volesse mettersi in un cespuglio, si sentirebbe soffocato e inoltre la piccolezza dell’arbusto, imporrebbe una postura non affatto comoda.
  4. L’albero no. L’albero maestoso copre e ti fa rimanere eretto. Copre e ti conserva nella tua statura di uomo.
  5. Così l’amore e la tenerezza della Regina dello Splendore: ti è accanto, ti copre, ti protegge… e ti conduce per mano affinché Tu possa, con tutto te stesso, vivere della vita del Suo Divin Figlio: realizzarti pienamente.

Colloquio

  1. Signore, grazie che mi hai donato, per Madre, la Tua santissima Madre.
  2. Ti ringrazio per questa indescrivibile Bellezza.
  3. Maria Santissima, fa che mai posso allontanarmi dai “rami” della tua tenerezza e del tuo amore.
  4. Altrimenti nello smarrimento, fallirò e perderò me stesso.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri 


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