Rubrica a cura di Corrado Gnerre
La congregazione religiosa fondata da san Vincenzo de’ Paoli contemplava un contratto che affermava che i sacerdoti si sarebbero impegnati a fare vita comune; avrebbero rinunciato a cariche e dignità ecclesiastiche e avrebbero predicato nei villaggi di campagna, eccetto che nei mesi estivi: da giugno a settembre, per consentire ai contadini di dedicarsi completamente al loro lavoro.
San Vincenzo, che ardeva di zelo per la salute delle anime, mal sopportava questa interruzione e una volta, durante una conferenza, disse ai suoi sacerdoti che lo ascoltavano: “Mi pareva che, rientrando in Parigi, di ritorno dalle missioni, le porte della città dovessero cadermi addosso e schiacciarmi, perché pensavo dentro di me: ‘Tu te ne vai a Parigi, mentre ecco che altri paesi aspettano da te ciò che ora hai fatto in questo e in quello. Se tu non fossi stato in quei paesi, probabilmente quelle tali e tali altre persone, morendo nello stato in cui le hai trovate, si sarebbero perdute e sarebbero ora dannate. Se tu non hai trovato tali e tali peccati in quella tal parrocchia, non hai ragione di credere che se ne commettano di simili nelle parrocchie vicine? Essi, quindi, aspettano che tu vada a far loro quanto hai fatto con i loro vicini: aspettano la missione. E tu te ne vai? Tu li abbandoni? Intanto, se muoiono e se muoiono nei loro peccati, tu sarai in qualche modo causa della loro rovina e devi temere che Dio non te ne chieda conto.’ Ecco, o signori, i pensieri che allora mi martellavano l’anima.”
Così ragionano i santi: prima di ogni cosa viene la salvezza delle anime.
La Congregazione di san Vincenzo fu approvata dall’arcivescovo di Parigi il 24 aprile 1626, dal Re nel maggio 1627 e dal papa Urbano VIII il 12 gennaio 1632.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Che cosa direbbe san san Vincenzo oggi.