Saviano invoca tanti maestri. E una maestra gli risponde… per le rime!

Selezionato da: identitainsorgenti.com

Gentile direttore (di identitainsorgenti.com),

stamani mi sono imbattuta nel videomessaggio dello scrittore Roberto Saviano che, in relazione ai ripetuti raid delle baby gang che stanno imperversando a Napoli e provincia, concludeva il suo appello invocando l’intervento della scuola, a suo parere l’unica capace di arginare questo fenomeno e di “redimere” questi piccoli criminali in erba.

Come docente, sentendomi chiamare in causa da Saviano, per prima cosa ho pensato che al danno si va ad aggiungere la beffa, visto che proprio noi docenti e tutta la scuola in generale sta pagando a caro prezzo le conseguenze della mitizzazione di personaggi violenti e dei relativi episodi di emulazione che sono stati senza dubbio alimentati anche da fiction come “Gomorra”, di cui Saviano è l’autore principale. In secondo luogo, sentendo la sua difesa d’ufficio, in cui dice che è un idiota chi attribuisce alle serie televisive la causa di questo fenomeno, mi viene in mente il famoso detto latino “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, ovvero se mi scuso di qualcosa finisco con l’accusarmi, che si potrebbe tradurre nel detto  “avere la coda di paglia”.

Sentendo il suo appello apparentemente accorato, visto che è così sensibile all’argomento, mi viene spontaneo però chiedermi se lui in primis almeno per una volta, per un istante, si sia mai interrogato sull’impatto che avrebbe potuto avere la sua Gomorra televisiva sulle menti di questi ragazzini che vivono in contesti in cui l’illegalità è la norma, i cui unici modelli culturali sono i personaggi televisivi di fiction e reality, se poteva contribuire alla mitizzazione di personaggi negativi e di un modo di vivere improntato alla violenza, se poteva innescare drammatici fenomeni di emulazione.

Qualsiasi docente che insegni a Napoli sa perfettamente che sin dalla prima serie messa in onda di “Gomorra” nelle scuole partenopee, dalle elementari alle superiori, si sono moltiplicati in modo esponenziale gli atteggiamenti aggressivi, gli atti di bullismo, o anche semplicemente la ripetizione ossessiva di frasi cariche di violenza estrapolate dalla fiction da parte di ragazzini che scimmiottano Genny Savastano e i suoi degni compari, imitandoli persino nel modo di vestire e in quell’orrenda cresta che nulla a che fare con il capitano del Napoli. Fra docenti più di una volta è capitato di raccontarci episodi in cui i bambini si “atteggiavano” a protagonisti di Gomorra, concordando sul ritenerla altamente diseducativa per i più giovani, visto che non sono rari i casi in cui gli spettatori della fiction siano bambini anche di 7 o 8 anni, perché le famiglie non vogliono o non possono controllarli soprattutto se vanno in onda sulle pay tv a “portata” di bambino.

Come docente posso testimoniare che non sono stati rari i casi di alunni che, pur non avendo mai manifestato atteggiamenti di bullismo, dopo aver visto “Gomorra” hanno cominciato a minacciare i compagni di picchiarli, di ammazzarli, arrivando anche a portare a scuola pistole giocattolo per “atteggiarsi a boss” e spaventare i compagni all’uscita da scuola.

E se altri docenti sono stati testimoni diretti di situazioni del genere farebbero bene a renderle pubbliche, per dimostrare che non si tratta di chiacchiere da bar.

Saviano nel videomessaggio punta il dito contro chi in passato ha negato l’esistenza delle stese, che sicuramente non sono opera della sua mente creativa, ma questo è un fenomeno diverso, che lui stesso nel video non inquadra in modo chiaro perché prima lo attribuisce ai figli di famiglie criminali e poi a ragazzi che provengono da famiglie incensurate, dimostrando di non aver inquadrato o di non voler inquadrare il problema.

Ma viene spontaneo chiedersi se sia semplicemente un puro caso che proprio in contemporanea con la messa in onda dell’ultima serie di Gomorra stiamo assistendo ad un’impennata di episodi di violenza immotivata e feroce da parte di branchi di giovani poco più che bambini, che si scagliano contro dei coetanei, la cui unica colpa è di essere dei bravi ragazzi e non invece, come sostiene Saviano, perché mossi dalla sete di denaro, visto che i raid non hanno avuto quasi mai il movente dell’estorsione.

Viene normale domandarsi se sia un caso visto che proprio in quest’ultima serie si sia esaltato enormemente il ruolo di queste bande giovanili, che si muovono in gruppo, che hanno soppiantato nella serie i vecchi boss alla Pietro Savastano che sicuramente non erano dei modelli da emulare per i più giovani.

In ogni caso, voglio rassicurare Saviano: i docenti non stavano aspettando la sua “chiamata alle armi”, non stavamo attendendo il suo videomessaggio per intervenire e cercare di porre rimedio ai danni fatti dalla mitizzazione di personaggi negativi, che fanno della violenza il loro pane quotidiano.

Anche perché noi docenti siamo i primi ad essere colpiti dall’assenza di valori che caratterizza alcune fasce sociali, al punto che non si contano più i casi di docenti che ogni giorno vengono offesi, minacciati o addirittura picchiati fuori e dentro le scuole.

Stia tranquillo, noi docenti ormai da qualche anno purtroppo stiamo già lavorando su questo problema e quotidianamente proponiamo in ogni modo e con i pochi mezzi materiali che abbiamo a bambini e ragazzi dei modelli positivi, parlandogli e portandogli esempi di valori come solidarietà, rispetto, legalità.

E se con gli alunni che provengono da contesti “borderline” ce la possiamo fare, laddove invece gli alunni vivono già quotidianamente situazioni di grave disagio sociale o peggio in contesti criminali, lì noi siamo totalmente disarmati. Un’impresa ardua, ma non per questo ci arrendiamo.

Saviano nel frattempo sappia che a lui e alla sua Gomorra noi docenti napoletani molto spesso, per non dire quasi quotidianamente, rivolgiamo un accorato pensiero, sperando che gli arrivi non per via telematica, ma per via telepatica.

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1 Comment on "Saviano invoca tanti maestri. E una maestra gli risponde… per le rime!"

  1. Complimenti! Veramente una solenne risposta!!!
    Davvero chiara, profonda, concreta, precisa, educata, umile ecc…
    Degna di una vera ministro mondiale dell’istruzione ed educazione

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