Un giorno pagheremo la colpa del silenzio e della resa …e per aver continuato a dare “il latte al gatto”!

di Corrado Gnerre


Leggi che metterebbero fuorilegge opinioni ed espressioni a favore dell’unica famiglia possibile, quella che può nascere solo dall’unione di un uomo e una donna. Protocolli che rendono possibile l’aborto a casa con la pillola R486.

Follia totale. Nichilismo totale.

Ormai la vita non vale più nulla. Tutto è impietosamente fluido. Le relazioni, la vita, i sentimenti, i pensieri, gli atteggiamenti, lo stesso proprio essere.

D’altronde era perfettamente logico. Annullato l’essere, distrutto il pensiero forte, tutto diviene possibile. Dostoevskiy lo dice chiaramente: quando Dio non c’è, tutto è possibile!

Mario Lavezzi cantava alla fine degli anni ’70: “Professore, ci hanno rubato tutto e tu che cosa hai fatto? Nella tua casa continuavi a dare il latte al gatto”. 

Questa è la triste situazione. Giovani ormai allo sbando che non sanno nemmeno più di chi innamorarsi. Che ritengono tutto possibile. Che pensano che innamorarsi di una persona dell’altro sesso o dello stesso sesso sia come scegliere una squadra di calcio, con l’aggravante che la squadra di calcio non si cambia, l’ “amore” sì. Giovani che godono nel rischiare la vita senza un perché o un ideale.

E chi deve educare, sta zitto. E chi deve difendere la verità, sta zitto. Come se tutto andasse bene. Peggio: come se queste cose tutto sommato non fossero per nulla gravi.

San Pio da Pietrelcina disse che sarebbe venuto un tempo in cui ai ragazzi sarebbero mancate le lacrime per piangere gli errori dei loro genitori. Ci siamo.

Ma l’esito è chiaro: a dover rispondere non saranno i nostri ragazzi che sono più o meno “vittime”, saranno coloro che, dinanzi a questo sfacelo… stanno continuando “a dare il latte al gatto”!


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