SOSTA – A quattro anni dalla rinuncia di Benedetto XVI: alcune riflessioni de Il Cammino dei Tre Sentieri

This handout picture released by the Vatican press office on March 23, 2013 shows "pope emeritus" Benedict XVI (R) greeting Pope Francis upon his arrival at the heliport in Castel Gandolfo. Pope Francis prepared to go face to face with his predecessor Benedict XVI on Saturday in a historic meeting between two men with very different styles but important core similarities. AFP PHOTO / OSSERVATORE ROMANO/HO RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / OSSERVATORE ROMANO" - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS

L’11 febbraio di quattro anni fa Papa Benedetto XVI comunicava le sue intenzioni di rinunciare al pontificato.

Prima di offrire qualche riflessione, ci preme fare una premessa. In merito all’opportunità di rinuncia del pontificato è del tutto legittimo esprimere delle perplessità trattandosi di un gesto che non coinvolge l’infallibilità. Inoltre si tratta di un atto e non di un insegnamento. Ovviamente tali perplessità non devono mai tradursi in un giudizio in foro interno, giudizio che spetta solo a Dio.

Detto questo, veniamo al dunque.

Pensiamo che le dimissioni di papa Benedetto XVI non siano state nella volontà di Dio. Ce lo fa credere ciò che è avvenuto in seguito.

Attenzione: non facciamo riferimento alla crisi della Chiesa che non è certo iniziata con questo pontificato e che lo precede di diversi decenni, ci riferiamo piuttosto all’estremizzazione di questa crisi che si sta esprimendo con il pontificato di Francesco.

C’è una frase di san Vincenzo da Lerino che può orientarci in questo momento. La frase dice cosi: “Ci sono Papi che Dio li dona, Papi che Dio li tollera e Papi che Dio l’infligge”.

Queste parole ci fanno capire come la posizione autenticamente cattolica debba rifuggire due errori: da una parte il sedevacantismo e dall’altra una sorta di papolatria, secondo cui ogni cosa che il Papa dice e fa sarebbe sempre infallibile e conforme alla volontà di Dio.

Oggi la posizione autenticamente cattolica è quella di riconoscere papa Francesco, pregare per lui, ma nello stesso tempo, per rispetto della verità e per non rendersi complici di eventuali scandali per le anime, criticare eventuali errori o rotture con la Tradizione che purtroppo si stanno spesso manifestando nel magistero dell’attuale Pontefice.

Lo sappiamo che questa nostra posizione è impopolare. E’ molto più comodo bordeggiare tra i due estremi precedentemente indicati. E’ molto più semplicistico arrivare a conclusioni come “il Papa non è Papa” o “il Papa ha sempre ragione”, ma la realtà è più complessa di quanto noi possiamo immaginare.

Ed è per questo che occorre la fatica del pensiero e soprattutto accettare le prove che la  Fede impone.

Dobbiamo sempre rinnovare la convinzione che ogni cosa è sempre sotto il controllo di Dio, che è la Sua Provvidenza a guidare la Storia.

Stringiamoci all’Immacolata, Regina dello Splendore, affinchè le angustie delle prove si trasformino nella bellezza dell’Affidamento e dell’Attesa.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri 


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