SOSTA – Forse anche le palme ci possono insegnare la differenza tra “multietnicità” e “multiculturalismo”

Le soste, secondo il metodo de Il Cammino sei Tre Sentieri, sono delle riflessioni che si fanno mentre si percorre il “cammino della vita”. Ogni giorno offrono argomenti su cui riflettere e dunque su cui “sostare”.

Oggi parliamo di botanica, visto che i giornali danno la notizia delle palme, sponsorizzate da Starbucks, a piazza Duomo a Milano, con annesso, causato, incendio.

Chi ci conosce sa bene che a noi non piacciono spiegazioni complottiste e dietrologiche. Per cui non ci piacciono interpretazioni azzardate.

Però, nel caso specifico, qualche dubbio viene in merito ad una scelta botanica di questo tipo.

Le palme possono piacere o non piacere, ma è pur vero che non sono piante delle nostre zone. Soprattutto non lo sono di zone umide e nebbiose come Milano.

E’ vero che quando si allestisce un giardino può venir voglia di arricchirlo con diverse tipologie di piante, ma un conto è piantare una palma, altro è fare un palmeto.

Ma veniamo al motivo per cui la scelta della Giunta Comunale sembra un po’ sospetta (ovviamente è possibile che ci sbagliamo).

Più di qualcuno ricorderà che anni fa ci fu una manifestazione che lasciò uno strascico di polemiche. Ci riferiamo ad un’adunata di musulmani che decisero di ritrovarsi proprio in piazza Duomo per pregare.

Ebbene, non vorremmo che questo palmeto sia una sorta di risposta “in positivo” a ciò che avvenne e a tutte le polemiche che ne scaturirono.

Qui ci richiamiamo ad una questione molto importante che abbiamo già evocato in altri contesti, quella relativa alla differenza tra multietnicità multiculturalità. 

Che la multietnicità sia un dato di fatto nella nostra società è fuori di discussione. D’altronde questo dato richiama un qualcosa a cui noi -a nostra volta- facciamo riferimento, ovvero che l’immigrazione non può che essere regolamentata e controllata.

La multiculturalità, invece, è un altro tipo di approccio. Un approccio che è “logico-figlio” (nel senso che c’è una consequenzialità logica) della mentalità postmoderna.

Dal momento che la postmodernità promuove una cultura a rete, policentrica, e senza oggettivi ed esclusivi fondamenti, cultura che inevitabilmente sfocia nel relativismo, ecco dunque che la multiculturalità ne è la logica erede, essa è un convivere di culture senza però riconoscere un centro di riferimento, cioè senza un centro fondante.

E’ evidente che un tale approccio inevitabilmente conduce ad una dissoluzione dell’identità nazionale, la quale non può fare a meno di una cultura e di un sistema valoriale di riferimento.

Tornando al palmeto in piazza Duomo. dal momento che non si tratta di una palma, ma di un palmento, non si tratta di un giardino con più piante, bensì di un giardino con ben precise piante (palme e banani), e dal momento che questo giardino non è in riva al mare, non è in zona calda che richiama atmosfere mediterranee, ma nella nebbiosa Milano, allora tutto questo potrebbe significare ciò che non vorremmo significasse, ovvero una sorta di promozione di una prospettiva di multiculturalismo, ovvero di dissoluzione dell’elemento identitario della nostra cultura nazionale e cristiana.

Per la serie: c’è il Duomo …ma c’è anche il palmeto. Tutto in un rapporto paritario.

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