Tolta l’eternità, il tempo si appiattisce. E il centro commerciale sostituisce le chiese, i panorami e i musei

Il poeta Giuseppe Gioacchino Belli, in romanesco, ha composto un verso molto bello sul tempo: “Er tempo è peggio d’una lima. Rosica sordo sordo e t’assottija, che ognun giorno sei quella de prima.”

Certo è una cosa scontata, ma, pur tale, incide sulle nostre vite. La cosa scontata è ciò che ci ha detto Belli: il tempo passa e ci “assottiglia”, nel senso che riduce il nostro esistere qui, sulla terra, e fa sì che ogni giorno non sia più quello di prima.

Soffermiamoci soprattutto su questo secondo aspetto, ovvero il fatto che il tempo rende diversi i giorni anche se poi sono uguali nelle cose che solitamente facciamo.

Prendiamo i giorni di festa in cui oggi si è soliti affollare i centri commerciali.

Il commercio è commercio e, dove può fare affari, li fa. Ovviamente non è questa una giustificazione. Di per sé il commercio trova difficoltà ad accettare delle regole morali, a maggior ragione in questo periodo, in cui gli scrupoli morali sono quelli che sono, e quindi non fa meraviglia che non ci si faccia alcun problema a riguardo. C’è però una questione a questo legata che è ugualmente importante: come mai, oggi, in certi giorni speciali, non si va alla ricerca solo di luoghi d’arte o naturalistici, ma anche di centri commerciali?

La risposta è molto semplice: perché l’uomo ha abbassato il suo sguardo. Ha certamente innalzato la sua conoscenza (l’uomo di oggi sa molte più cose dell’uomo di un tempo), ma ha abbassato il suo sguardo convincendosi che la sua vita sia qui: nel fare, nell’agire, nel comprare, nel consumare… e non più nel contemplare.

La conseguenza di questo è la perdita della capacità di capire che il tempo passa, che il tempo non è sempre lo stesso, che non ci sono giorni uguali, che…

…per ogni cosa c’è il suo momento, il tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine.

(Ecclesiaste 3)

Insomma, tolta l’eternità, il tempo si appiattisce… e il centro commerciale sostituisce chiese, panorami e musei.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 


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2 Comments on "Tolta l’eternità, il tempo si appiattisce. E il centro commerciale sostituisce le chiese, i panorami e i musei"

  1. Mi sono commossa di nuovo!!!!
    GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!!

  2. Molto bello, grazie di cuore

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