Una spiegazione del caso del piccolo Charlie in 13 punti. Per avere le idee più chiare

1)Il sostegno vitale in quanto alimentazione e idratazione non può mai essere tolto, altrimenti si pratica un’eutanasia passiva.

2)Non è eutanasia, invece, rinunciare all’accanimento terapeutico. L’accanimento terapeutico, però, si verifica quando le terapie (terapie, non sostegno vitale!) risultano essere oggettivamente sproporzionate alla gravità della patologia.

3)Nel sostegno vitale è inclusa anche la ventilazione artificiale, ma questa, a differenza dell’alimentazione e dell’idratazione, può essere tolta in caso di morte imminente.

4)Il caso del piccolo Charlie richiede l’uso della ventilazione artificiale. Ma Charlie non è in imminente pericolo di morte.

5)Si sbaglierebbe se s’insistesse sulla questione della cura sperimentale americana. A riguardo la notizia ufficiale è che tale cura effettivamente non può essere utilizzata per il caso specifico del piccolo Charlie.

6)Bisogna invece insistere su un altro punto e quindi riflettere sulla motivazione delle sentenze finora emesse: evitare al bambino sofferenze inutili. Ora, dal momento che non si tratta di un caso di accanimento terapeutico, questo evitare sofferenze inutili ha un significato molto preoccupante e inaccettabile.

7)Si vuol far saltare la sofferenza quando non c’è speranza di guarigione, in nome di un’autodeterminazione libertaria-individualista, che poi (come insegnano i casi di eutanasia ai bambini in Belgio e in Olanda) si tramutano nel loro contrario, ovvero in una completa disponibilità della vita individuale da parte dello Stato.

8)Insomma, il caso del piccolo Charlie ci fa capire che si vuole affermare il diritto di non soffrire.

9)Ma non ci si accorge che quando si nega il dovere (avete capito bene: il dovere!) di vivere, si va a negare anche il diritto di vivere. Anche questa è la menzogna della categoria filosofica della modernità che ha voluto far precedere, in nome dell’ideologia liberale e individualista, i diritti ai doveri.

10)Se non c’è più il dovere di vivere, non c’è nemmeno il diritto di vivere. Rimane solo il diritto di non-soffrire. Se si è adulti e non si hanno capacità d’intendere, si può decidere da sé. Se si è invece infanti o anziani con demenza o malati in coma, devono decidere altri o lo Stato.

11)Il caso del piccolo Charlie è inoltre emblematico per un’altra questione: la relativizzazione della volontà dei genitori. Nel caso specifico la Famiglia non solo è stata relativizzata, ma in un certo qual modo anche “accusata” e “condannata”.

12)I giudici inglesi e della Corte Europea hanno deciso che il bambino non può continuare a soffrire inutilmente. Pertanto, di converso, i giudici sono convinti che i genitori avrebbero deciso di farlo soffrire inutilmente e quindi sarebbe giusto togliere loro la patria-potestà. Il messaggio che passa è che amare i figli, volere che vivano, tentare di fare di tutto, credere in una concezione della vita non conforme ai canoni dell’individualismo autodeterministico significherebbe non essere “bravi genitori”.

13)Si tratta di un pericolo che ormai la Famiglia sta correndo in tutti i campi. In Norvegia (Il Cammino dei Tre Sentieri ne ha già parlato) sono stati tolti i figli a dei genitori perché accusati di averli educati troppo cristianamente.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 

 


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