“Interno con contadini” di Adrien Van Ostade

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Noi de Il Cammino dei Tre Sentieri siamo convinti che è importante ribadire che Dio è Somma Verità, Somma Bontà e Somma Bellezza. Che la Verità Cattolica non solo è “vera” ma è anche “bella”, che non solo soddisfa pienamente l’intelligenza con la sua inappuntabile logica, ma anche il cuore con il suo costitutivo e irresistibile fascino. Ed ecco perché le nostre meditazioni devono muovere anche dalla contemplazione della Bellezza, utilizzando quella che si è soliti definire la “Via Pulchritudinis”… appunto: la “Via della Bellezza”, che è il Terzo Sentiero de “Il Cammino dei Tre Sentieri”


L’OPERA

Interno con contadini (anno 1663) di Adrien Van Ostade (1610-1685), Conservato al “Wallace Collection” di Londra

Il luogo è scuro e disordinato. Si tratta di un ambiente povero. E’ l’interno di una fattoria.

Sullo sfondo tre uomini sono vicino ad un camino spento e parlano. Sono lì anche se non fa freddo, perché evidentemente è quello il luogo dove sono soliti discorrere. Le loro figure non si scorgono bene perché la penombra li avvolge.

C’è però una scena che invece si scorge bene, anzi benissimo. Illuminata dalla luce che viene dalla finestra, una mamma sta dando da mangiare al suo bambino. Se si fa attenzione si vede che il piccolo, mangiando, si è addormentato. E’ l’esito frequente che hanno i bambini a quell’età quando raggiungono la sazietà, si addormentano con il pancino pieno sulle braccia della madre. La donna, infatti, accortasi di questo, è rimasta con il cucchiaio sospeso nell’aria.

In questo dipinto ci sono due temi contrastanti: da una parte l’estrema povertà dell’ambiente, dall’altra la sazietà del piccolo, sazietà che richiama una situazione tutt’altro che misera. Se si è sazi, c’è cibo; e se c’è cibo, non c’è povertà irrisolvibile.

La sintesi di queste due temi (povertà e sazietà) è data dalla figura della maternità, cioè dall’accoglienza e dalla tenerezza. E’ proprio quell’accoglienza e quella tenerezza che illumina la scena. Infatti, se si fa attenzione, sembra che l’ambiente sia illuminato non solo dalla luce che proviene dalla finestra, ma dalla figura unitaria di madre e figlio. Sembra che non sia tanto la luce esterna ad illuminare quel rapporto di tenerezza, ma il contrario.

Ecco il mistero del nostro esistere. L’uomo può “saziarsi” e risolvere tutto, se parte dal Fondamento; e il Fondamento è il Progetto di Amore da cui proveniamo e che è disposto ad accompagnarci nel nostro esistere.

A patto però che lo vogliamo e corrispondiamo.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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