Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Noi de Il Cammino dei Tre Sentieri siamo convinti che è importante ribadire che Dio è Somma Verità, Somma Bontà e Somma Bellezza. Che la Verità Cattolica non solo è “vera” ma è anche “bella”, che non solo soddisfa pienamente l’intelligenza con la sua inappuntabile logica, ma anche il cuore con il suo costitutivo e irresistibile fascino. Ed ecco perché le nostre meditazioni devono muovere anche dalla contemplazione della Bellezza, utilizzando quella che si è soliti definire la “Via Pulchritudinis”… appunto: la “Via della Bellezza”, che è il Terzo Sentiero de “Il Cammino dei Tre Sentieri”
L’OPERA
Noia, di Walter Sickert (1860-1942), coservato alla Tate Gallery di Londra
Il titolo è molto chiaro: Noia. E in questo dipinto la noia è evidente.
Un uomo è seduto fumando un sigaro. Una donna è alle sue spalle e fissa un quadro che chissà quante volte ha già fissato.
Il tempo figura come una condanna: non passa.
C’è un silenzio incombente. I personaggi fanno chiaramente capire che sono in un tedioso silenzio.
E poi ci sono gli sguardi.
Quello dell’uomo è visibile ed è di suo significativo. Gli occhi sembrano persi nei ricordi. Forse sta pensando a qualcosa di piacevole che è volato via e che non può più ritornare.
Quello della donna non è visibile, ma è facilmente immaginabile. Anch’esso è perso nei ricordi.
Ecco dunque due temi che si rendono protagonisti del dipinto: il tempo che non passa e la nostalgia.
Quando si è vinti dalla convinzione che ciò che è passato non possa più tornare, che tutto si sia smarrito in un impietoso finire, allora non resta che il tedio.
Il perché del nulla opprime.
E non c’è sigaro né sguardo perso per l’ennesima volta su una pallida parete che possano bastare.
Altra cosa sarebbe, se ci fosse la certezza dell’Eterno.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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