“La madre del pittore nel salotto di Maldromé” di Henri de Tolouse Lautrec

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Noi de Il Cammino dei Tre Sentieri siamo convinti che è importante ribadire che Dio è Somma Verità, Somma Bontà e Somma Bellezza. Che la Verità Cattolica non solo è “vera” ma è anche “bella”, che non solo soddisfa pienamente l’intelligenza con la sua inappuntabile logica, ma anche il cuore con il suo costitutivo e irresistibile fascino. Ed ecco perché le nostre meditazioni devono muovere anche dalla contemplazione della Bellezza, utilizzando quella che si è soliti definire la “Via Pulchritudinis”… appunto: la “Via della Bellezza”, che è il Terzo Sentiero de “Il Cammino dei Tre Sentieri”


L’OPERA

Dipinto “La madre del pittore nel salotto di Malromé” del francese Henri de Tolouse Lautrec Luca (1864-1901), conservato nel Musée Toulouse-Lautrec di Albi

Una signora di una certa età siede nel suo salotto.

Il volto non è giovanile, lo si capisce da un non pronunciato doppio mento che pur si scorge.

La donna ha un libro dinanzi; si penserebbe stia leggendo. Davvero sta facendo questo? Il volto triste fa pensare ad altro. Fa pensare che quel libro rappresenti l’iniziale intenzione di leggere qualcosa, ma che la mente poi non l’abbia permesso. Il volto della donna, infatti, più che stanco sembra stressato, oppresso da fastidiosi pensieri. E’ triste.

I colori del dipinto si adattano bene all’aria di mestizia che avvolge l’ambiente. I contrasti cromatici vorrebbero emergere, ma non riescono, venendo assorbiti da una monotonia di grigio e di toni sbiaditi. Insomma, anche i colori esprimono un’impossibilità, la stessa impossibilità della protagonista che avrebbe voluto leggere, ma che non ce l’ha fatta.

La donna raffigurata è la madre dell’artista.

Henri Tolouse Lautrec condusse una pessima vita. Affogò nel vizio. Fu frequentatore di prostitute (infatti molte sue opere raffigurano postriboli) e consumatore di alcool. Morì ad appena trentasette anni, alcolizzato e dopo aver contratto la sifilide.

Ebbene, con quest’opera, Toulouse-Lautrec volle rappresentare qualcosa di sincero: il volto di una madre che non poteva che soffrire.

Certo, tutte le opere di Lautrec in un certo senso sono “sincere”, nel senso che sono sempre descrittive di luoghi e personaggi della vita, soprattutto della vita più abietta. Ma non è questa la “sincerità” a cui alludiamo.

La bellezza di questo dipinto è che l’artista nel volto della madre ha voluto rappresentare tutto il suo fallimento.

E così la bellezza di questo dipinto sta nel fatto che dimostra quanto chi sceglie le tenebre e il fango, malgrado ne sia immerso fino al collo, colga ugualmente il fallimento del suo esistere dipingendolo nel volto della donna che più l’ha amato: la madre.

Nessuna delle sue prostitute l’avrebbe pianto … solo la madre lo stava già piangendo.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 

 

 


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