Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Il 24 luglio 1908, nell’Olimpiadi di Londra, l’italiano Dorando Pietri (1885-1942) fece un’impresa: vinse la maratona. Quarantadue chilometri di fatica, sudore, digrignazione di denti, dolori muscolari e quant’altro.
Ma fu un’impresa a metà. Anzi, da un punto di vista statistico non sarebbe nemmeno da ricordare perché un’impresa non ufficializzata.
Quando ormai mancavano pochi metri al traguardo, i giudici lo videro barcollare. Temettero per la sua salute. Sembrava che l’atleta avesse perso l’orientamento. Dovettero sostenerlo. E fu così che anche se il buon Pietri riuscì a tagliare il traguardo, solo per aver avuto il sostegno dei giudici, venne squalificato e la sua impresa annullata.
Chiediamoci: un’impresa per essere effettivamente tale ha veramente bisogno di un pubblico riconoscimento? Indubbiamente, se c’è un riconoscimento pubblico meglio ancora, ma di suo non è indispensabile.
Santa Teresina di Liesieux scrive che una bellezza della Verità Cattolica è sapere che anche fare un banalissimo gesto nel nascondimento, come raccattare un ago caduto a terra, non andrà perso, ma rimarrà scolpito nell’eternità del Bene. Ad una condizione però: se fatto in unione con Cristo, cioè se fatto in stato di grazia. Insomma, anche un gesto banalissimo può valere per la vita eterna.
La vita di grazia esprime un’affascinante verità: ciò che occorre è conformarsi alla volontà di Dio. Questo basta. Poi il mondo può parlare come vuole. Può sentenziare ciò che vuole. Può battere le mani o scagliare le pietre, non ha importanza. Ciò che conta è aver scolpito un gesto nell’eternità del Bene. Ben sapendo che ci possono essere altri gesti, che vengono anche ritenuti eclatanti, e che poi si perderanno totalmente perché fatti senza Cristo o addirittura contro Cristo.
Tornando a Pietri, i giudici che decisero di negargli la vittoria forse agirono puntualmente, secondo regolamento; forse non potettero fare altrimenti perché nello sport le regole sono regole. Non sta a noi giudicare se fecero bene o fecero male. Di certo però lo sforzo di quel piccolo (nel senso di statura) italiano non è andato perso, tant’è che ancora adesso se ne parla, malgrado sia passato più di un secolo. Non ci fu alcun riconoscimento ufficiale. Non è stato inserito in alcun albo d’oro. Eppure gli sforzi, i sacrifici, i dolori, gli affanni di quell’uomo non sono andati persi. Ancora oggi se ne parla. E se non se ne parlasse più, vorrebbe significare che qualsiasi umano sforzo potrebbe andare totalmente perduto. Ma ciò sarebbe la disperazione. sarebbe la sconfitta dinanzi all’ineludibilità di un tempo senza senso.
No. Lo sforzo di Pietri ci fa capire che tutto rimarrà. Tutto verrà scolpito nell’eterno.
Nel Bene se sarà fatto secondo verità; nel Male se sarà fatto secondo menzogna.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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