di Maria Bigazzi
Ci stiamo ormai addentrando sempre più verso il Natale, dopo aver celebrato la domenica Gaudete che ci ricorda che Gesù è vicino, ogni cosa ci ripete che il giorno della nascita del Signore è ormai alle porte: si prepara la casa a festa, si pensa al presepe, ai regali, alle luci, al canto e alla Novena che sta per cominciare, ai lavori da terminare e anche ai buoni propositi.
Non significa però che le difficoltà siano passate e che ora il cammino si faccia dritto e facile. Manca poco alla méta, ma la strada è ancora lunga, in quanto spesso è proprio verso la fine che ci si imbatte nelle difficoltà e nelle le prove che rischiano di farci cadere.
Quante volte la vita sembra un deserto interminabile, dove si incontrano spine e si vede solo un paesaggio desolante che tenta di scoraggiare l’animo. La lotta contro i nostri peccati, vizi, abitudini cattive, incapacità di cambiare nonostante i propositi, sono quel deserto, assieme alle fatiche, sofferenze, prove, tristezze e tentazioni.
Il Natale ci mette davanti agli occhi la nostra esistenza, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, ci deve fare riflettere se veramente vogliamo essere pienamente di Cristo e cosa dobbiamo cambiare in noi per prendere parte con Lui e conformarci alla Sua volontà.
Ed è proprio in questo momento che le tentazioni si fanno più forti, perché il demonio cerca in ogni modo di allontanare la nostra anima da Dio, e nel mezzo di questa lotta spirituale spesso si cade e ci si sente abbattuti, incapaci di rialzarsi e combattere fino alla fine.
Dentro al vivere frenetico di ogni giorno, tra le mille luci abbaglianti delle strade e il continuo vociferare, ci si ritrova persi nella notte della vita, si sperimenta la solitudine del cuore e si cerca all’orizzonte la luce, quella vera che solo Cristo può dare, perché Egli stesso è la Via e la Luce che squarcia le tenebre.
Come i Magi che attraversarono il deserto seguendo la stella che li conduceva al vero Dio, anche noi siamo chiamati a camminare con lo sguardo fisso a Gesù, a ritornare a Lui mediante i Sacramenti, con la Confessione e l’Eucaristia per combattere contro le prove e tentazioni e per non smarrire la stella.
In dono a Gesù possiamo offrire il nostro cuore, le nostre miserie e fatiche, il nostro agire quotidiano in base a ciò a cui siamo chiamati, ma anche la nostra consapevolezza di non riuscire a fare di più nonostante gli sforzi. Ma soprattutto possiamo offrire tutto noi stessi, perché la “nave” della nostra vita sia guidata dal Signore che se chiamiamo ci accorgiamo essere accanto a noi, affinché sia Lui a guidarci nelle tempeste, in mezzo al vento e alle acque agitate che dobbiamo attraversare.
San Pio da Pietrelcina ci ricorda con un invito che va dritto al cuore: “Gesù Bambino sia la stella che ti guida lungo il deserto della vita presente”.
In questa terza settimana di Avvento ci accompagni il desiderio e quindi la volontà di guardare a Gesù Bambino con la consapevolezza che Lui solo è la stella da seguire e che ci fa da guida lungo la vita.
Spesso ci si interroga se si è felici, e ci si accorge benissimo che se non si guarda a Dio e se non si vive fondando ogni cosa su di Lui (vita, famiglia, ministero, lavoro, studio, etc.) non si trova quella gioia che solo Egli ci può dare. Questo non significa che le difficoltà spariscono, ma che ogni cosa trova il suo pieno significato in Dio che ci promette la gioia non in questo mondo, ma nell’eternità, dove assieme alla Vergine Maria e ai santi, vedremo ogni cosa con occhi nuovi, trasfigurati nella Sua Luce.
Gesù, adagiato sul legno della culla, ci fa comprendere che le nostre sofferenze sono da Lui prese fin da bambino, per poi essere inchiodate assieme a Lui sulla Croce, e diventare gemme preziose per l’eternità. Dunque, incamminiamoci anche noi verso la grotta di Betlemme.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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