A proposito della pubblicità del gioco d’azzardo …non è da “Stato Etico” proibirla

In questi giorni qualcuno ha parlato di “Stato Etico”, in merito ad un provvedimento inserito nel “Decreto Dignità”, quello relativo alla pubblicità del gioco d’azzardo.

E allora -per costoro- un po’ di ripasso andrebbe bene.

Lo Stato non solo può evitare di promuovere ciò che è dannoso al vero bene dell’uomo, ma può anche proibire. Uno Stato che censura non è uno Stato Etico.

Lo Stato Etico è lo Stato che crea la morale non riconoscendola come dato metafisico. Dunque è ben altra cosa.

Giovanni Paolo II, nell’enciclica Centesimus Annus, scrive: “Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia.”(n.46). Si tenga presente che in questo caso con il termine valori si intende ciò che è metafisicamente fondato. Dunque il Papa volle dire che una democrazia, incapace di riconoscere una legge naturale oggettiva, inevitabilmente si trasforma in totalitarismo.

Dunque, il concetto di “Stato etico” non va confuso con quello di “Stato organico” o “tradizionale”. Quest’ultimo è lo Stato che, pur partendo da un’autonomia nei confronti della legge soprannaturale, riconosce la legge naturale e si costruisce “organicamente” (anche da ciò la definizione di “Stato organico”) su questo riconoscimento. Lo “Stato etico”, invece, è quello Stato che, non riconoscendo alcun limite al di fuori di sé e quindi non riconoscendo un diritto naturale oggettivo, si organizza su un’intrinseca visione delle cose, cioè su una visione delle cose partorita da sé medesimo. “Stato etico” non significa Stato che riconosce una morale naturale e oggettiva, bensì Stato che crea la morale; “etico” in quanto pone se stesso come fonte dell’etica; “etico” in quanto incapace di lasciarsi giudicare e quindi ammettere un giudizio al di fuori di sé.

Ripetiamo: lo “Stato etico” non è lo Stato che riconosce una morale naturale e oggettiva, bensì lo Stato che diventa fondamento di se stesso, che pretende trovare la sua ragion d’essere nelle dinamiche istituzionali e in un diritto positivo esito della decisioni di pochi o della maggioranza.

Lo Stato deve riconoscere la verità; non può crearla. Se ha questa pretesa, diventa, appunto, “Stato etico”, trasformando la forza del diritto in diritto della forza.

Dunque, uno Stato che eventualmente proibisca in nome di ciò che è radicato nella legge naturale e oggettiva non è uno Stato Etico… è invece uno Stato giusto!

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri 


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