ASSAPORANDO… un boero

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


L’uomo è l’unico essere sulla faccia della terra che cucina. Gli animali no, non lo fanno. Anche in questo l’uomo si distingue. Ciò è il segno che all’uomo non basta solo assaporare, bensì ricerca l’affinamento, cioè il miglioramento del sapore. L’uomo coglie il piacere del gusto e desidera ancor più intensificarlo. E’ l’esito del suo essere collocato in un orientamento in cui tutto concorre per il raggiungimento di un fine attraverso singole tappe. Insomma, un orientamento che è itinerario, dove ogni passo deve essere progressione verso un vero che sia sempre più Vero, un buono che sia sempre più Buono ed un bello che sia sempre più Bello.  


Sant’Agostino nel Commento al Salmo 118 così si rivolge a Dio: “Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente.”

Soffermiamoci su quest’ultima espressione “…illuminandomi la mente”.

La mente ha certamente la facoltà di capire, ha in sé potenzialità inaudite, tant’è che l’uomo ha progredito finora e continuerà ancora a farlo. Ma queste potenzialità da sole non bastano: hanno bisogno di essere illuminate.

La luce di Dio serve affinché la mente scopra dove debba collocare sapientemente le nozioni, dove inserirle in quella giusta interpretazione che permetta di capire cosa davvero è il reale, cosa davvero valga la pena di perseguire e cosa invece valga la pena perdere.

Ma l’illuminazione è anche l’entusiasmo, è anche il brio. E’ quella gioia che permette di considerare come tutto sia ormai risolto nella Risposta: anche le croci, gli apparenti fallimenti, i dolori, le ansie: tutto!

Quando si assapora un boero, alla dolcezza della cioccolato consegue il deciso sapore di una ciliegia immersa in un brioso liquore. Ciò è metafora di ciò che abbiamo detto prima: il cioccolato con la sua dolcezza è la potenzialità che in natura abbiamo, la sorpresa interna del liquore è il brio che può essere dato solo dalla considerazione che tutto è dono e dall’affidamento alla Volontà di Dio.

Perché è solo così, solo con questa gioia che ci è donata, solo con questa sorpresa, possiamo avere consapevolezza che gli sforzi della nostra natura non si perderanno nel nulla, bensì rimarranno scolpiti nell’eternità.


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