1.Karl Marx nacque nella città prussiana di Treviri, nel 1818. La sua famiglia era piccolo borghese e di origine ebraica (suo padre, avvocato, si era convertito al cristianesimo ma sembra solo per motivi professionali). Marx frequentò prima l’Università di Bonn, poi quella di Berlino. Fu in quest’ultima città che venne a contatto con la filosofia hegeliana. Capì che la carriera universitaria non era per lui, per cui si dedicò al giornalismo e fu caporedattore del Rheinische Zeitung. Quando il governo prussiano fece chiudere il giornale, Marx decise di trasferirsi a Parigi e qui conobbe Friedrich Engels (1820-1895) che lo indirizzò verso gli studi di economia. I due avrebbero poi lavorato e scritto insieme fino a quando Marx restò in vita. Da Parigi si spostò in Belgio e poi a Londra, dove morì nel 1883.
2.Le opere più importanti di Marx sono: La sacra famiglia (1845), L’ideologia tedesca (postumo nel 1932), Il Manifesto del partito comunista (1948) scritte con Engels; poi le Tesi su Feuerbach (1845) e Il Capitale (1867).
3.Il punto di partenza del pensiero di Marx è l’accettazione di Hegel e della sua visione dialettica, ma invertendone il rapporto: non è lo spirito che originerebbe e influenzerebbe la materia, bensì è la materia che originerebbe e influenzerebbe lo spirito. Dunque Marx compie il passaggio dall’idealismo al materialismo.
4.Quello di Marx non è un semplice materialismo, bensì è un materialismo storico e dialettico.
5.Cosa significa materialismo storico? Secondo Marx, la storia dell’umanità sarebbe determinata dai rapporti economici e materiali, non dalle idee. Ogni epoca sarebbe definita dal modo in cui si producono i beni (modo di produzione) e dai rapporti sociali che ne derivano (rapporti di produzione).
6.Cosa significa materialismo dialettico? Significa che la storia, fondata esclusivamente su fattori materiali, non procederebbe in maniera lineare, bensì attraverso scontri, che si esprimono nella cosiddetta lotta di classe.
7.Cos’è la lotta di classe? Essa si esprime in una società divisa in classi con interessi opposti. Nel capitalismo, la borghesia (proprietaria dei mezzi di produzione) sfrutterebbe il proletariato (il quale venderebbe la propria forza lavoro). Questo conflitto sarebbe alla base del cambiamento storico.
8.Cosa significa che il proletariato “venderebbe la propria forza lavoro”? Secondo Marx, il valore di una merce deriverebbe dal lavoro necessario a produrla. Tuttavia, il capitalista pagherebbe al lavoratore meno di quanto produce: la differenza sarebbe il cosiddetto plusvalore, cioè il profitto del capitalista, frutto dello sfruttamento del lavoro. Ciò produrrebbe anche un’alienazione del lavoratore. Infatti, per Marx, nel capitalismo il lavoratore sarebbe alienato perché perderebbe il controllo sul proprio lavoro, sui prodotti che realizza e sulla sua vita, che si ridurrebbe ad un ingranaggio del sistema produttivo.
9.Per Marx questa questione sarà risolta. Egli prevede che le contraddizioni del capitalismo porteranno alla sua crisi. Il proletariato, organizzandosi, prenderà coscienza della propria condizione e rovescerà il sistema capitalistico, instaurando una società senza classi e senza proprietà privata dei mezzi di produzione: il comunismo.
10.Ci sono due punti che vanno evidenziati in merito al pensiero di Marx.
- Il primo punto riguarda l’accettazione della dialettica. Questa fa chiaramente capire che Marx non sia spinto da un desiderio morale di risollevare le sorti del proletariato, tant’è che egli prende le distanze dal cosiddetto “socialismo utopistico” ritenendolo mosso solo da compassione. La dialettica impedisce a Marx di farsi guidare da una legge morale eterna e metastorica (cioè al di fuori della Storia). Il proletariato per lui finisce con l’essere solo la “ragione” del processo rivoluzionario dialettico.
- Il secondo punto riguarda l’elaborazione stessa del suo pensiero. Si tratta della contraddizione che caratterizza tutto il materialismo storico: se tutto è frutto della materia e di determinate congiunture socioeconomiche, allora come può essere possibile che nascano “pensieri” di critica al sistema? Se ciò è possibile, ciò significa che non tutto dipende dalla materia, ma che il pensiero può essere indipendente da questa.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

Be the first to comment on "Come giudicare il pensiero di Karl Marx?"