Rubrica a cura di Corrado Gnerre
La posizione dello sguardo, il privilegio dell’osservazione, il partire dal vedere e dal constatare è non solo la posizione più ragionevole, ma anche quella più intelligente. La parola “intelligenza” viene dal latino “intus-legit” che significa “leggere dentro”. L’intelligenza, pertanto, implica non una conoscenza superficiale ma una conoscenza dentro la realtà. Appunto: la realtà! L’intelligenza ha bisogno della realtà, non ne può fare a meno. Se la realtà non esistesse, non ci sarebbe modo di poter esercitare l’intelligenza, non ci sarebbe modo di essere intelligenti. Ed è la realtà che ci rimanda alla bellezza della Verità Cattolica … perché tutto è cattolico, perché tutto è di Dio!
L’imperfezione duole. Ma c’è imperfezione ed imperfezione.
C’è l’imperfezione del limite. Essa è naturale. Essa va amata, perché è nell’ordine delle cose. Guai se s’innescasse il perverso delirio di credersi autosufficienti. Sarebbe la follia. Sarebbe la menzogna della negazione del vero e del reale.
Ma c’è anche un’altra imperfezione. Quella che si deve alla negligenza, alla pigrizia, alla resistenza di non orientarsi verso il giusto fine. E’ l’imperfezione dell’imperizia, della superficialità, del lavorare su di sé con indolenza.
Se in una strada, che pur sembrava essere stata costruita con maestria, si formano delle pozzanghere, qualcosa non ha funzionato. C’è chi non ha fatto le cose per bene. Fosse anche un cedimento del manto, lo si doveva prevedere.
La pioggia è impietosa: fa scoprire quelle imperfezioni che forse potevano passare inosservate.
La pioggia delle vita fa lo stesso: se la vita è ben curata, l’acqua scorre via; ma se è stata ed è trascurata, allora la pioggia farà emergere le “pozzanghere”, segno evidente che non si è lavorato bene… che si è rinunciato ad anelare al Bene.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Be the first to comment on "Guardando una pozzanghera"