SOSTA – Il 2 settembre del 1937 moriva Pierre de Coubertain. E’ proprio vero che l’importante non è vincere ma partecipare?

Pierre de Coubertain (1863-1937) è famoso per essere stato il fondatore dei Giochi Olimpici moderni. Fu storico, pedagogista e dirigente sportivo.

A lui si deve la famosa frase: “L’importante non è vincere, ma partecipare.” 

Una frase che -diciamolo francamente- è sciocca e anche antiumana, nel senso di non conforme pienamente alle aspettative dell’uomo.

L’importante è piuttosto vincere. A cosa serve la vita se non si ottiene il premio del Paradiso?

Immaginate le anime dannate dell’Inferno che dicano: “Va comunque bene così, abbiamo perlomeno partecipato…” loro che desidererebbero sprofondare nel nulla piuttosto che soffrire per l’eternità.

Lo sport è sempre metafora della vita. Nelle gare medioevali si premiava solo il vincitore. Gli altri, dal secondo all’ultimo, era come se fossero arrivati tutti ultimi, in quanto sconfitti.

Solo con modernità s’inventa il premio per il “secondo”, il “terzo” e via discorrendo. E’ il segno -per l’appunto- che la vita non è più concepita come una gara per vincere e conquistare qualcosa, ma solo per parteciparvi senza che ci sia una metà, un fine, un senso…. una vittoria.


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2 Comments on "SOSTA – Il 2 settembre del 1937 moriva Pierre de Coubertain. E’ proprio vero che l’importante non è vincere ma partecipare?"

  1. Uno dei tanti luoghi comuni dell’uomo che non sa più pensare.
    Ovviamente è importante la vittoria.

  2. Riccardo Tartuferi | 23 Settembre 2021 at 13:55 | Rispondi

    L’articolo si basa su un personaggio sportivo e lo sport è una cosa terrena ed umana. La vittoria implica competizione che è una delle basi dei disastri umani. Nel medioevo come nell’antica Grecia era comune assistere alla morte dei partecipanti così come i giochi erano un mezzo per limitare le guerre.
    Se l’importanza massima è vincere perché al cristiano vene chiesto di essere l’ultimo tra gli ultimi? Perché il fedele non può rispondere colpo su colpo alle offese ricevute?
    Non è forse vero che bisogna dare meno importanza ai successi terreni?

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