SOSTA – 3 luglio: Sant’Ireneo di Lione. Lo sai che questo Santo ci aiuta a capire la crisi del Cattolicesimo di oggi?

di Corrado Gnerre

In un’udienza del mercoledì (28 marzo 2007), Benedetto XVI, parlando di sant’Ireneo di Lione e della sua lotta contro la Gnosi, disse: (…) il vero insegnamento non è quello inventato dagli intellettuali al di là della fede semplice della Chiesa. Il vero Evangelo è quello impartito dai vescovi che lo hanno ricevuto in una catena ininterrotta dagli apostoli. Questi non hanno insegnato altro che proprio questa fede semplice, che è anche la vera profondità della rivelazione di Dio. Così –dice Ireneo- non c’è una dottrina segreta dietro il comune Credo della Chiesa. Non esiste un cristianesimo superiore per gli intellettuali.”

La Gnosi è un pericolo sempre presente e costituisce il comune denominatore di ogni errore.  Ed oggi c’è un’evidente deriva gnostica del Cristianesimo.

Ci sono tre filoni che manifestano pienamente questa deriva: il primo è il rifiuto sostanziale del Magistero, il secondo è la convinzione che il peccato si realizzi unicamente sul piano intellettuale e spirituale e il terzo è il rifiuto della Legge di Dio, anche perché non se ne capisce bene il significato.

Il rifiuto sostanziale del Magistero

Oggi molti cattolici si sentono autorizzati a riconoscere la propria coscienza come ultimo e definitivo magistero.

Il Magistero –si è portati a credere-  può dare, sì, delle indicazioni, ma queste varrebbero appunto come semplici e non vincolanti indicazioni.

Ne scaturisce un Cristianesimo intellettuale, dove il criterio di giudizio del proprio essere cristiani non sarebbe più l’apertura umile della propria mente e del proprio cuore ad una Verità data, bensì la capacità soggettiva di pensare ed intellettualizzare una verità che finisce con l’essere il prodotto dei propri pensieri e dei propri giudizi.

Il Magistero della Chiesa è invece garanzia di vera “democrazia” della salvezza. Tutti sono sulla stessa griglia di partenza nella “gara” per la salvezza: l’intellettuale come l’analfabeta, perché il criterio della salvezza è proprio l’adesione al Magistero e non la capacità di capire o di “trafficare” le verità teologiche.

La convinzione che il peccato si realizzi unicamente sul piano intellettuale e spirituale

Per molti cristiani i peccati corporali (cioè quelli riguardanti la purezza) non sarebbero più peccati gravi. Bensì i veri peccati sarebbero quelli intellettuali o quelli riguardanti le questioni sociali.

Ciò vuol dire che ormai si crede che tutto ciò che è relativo al corpo e il suo onore non riguarderebbe l’intera persona umana, ma solo qualcosa di meno importante. Si tratta di una forma di spiritualismo, che è una delle caratteristiche della Gnosi.  

Il rifiuto della Legge di Dio, anche perché non se ne capisce bene il significato

Oggi da parte di molti cristiani c’è un rifiuto ad accettare la Legge di Dio. Prima di tutto perché, in questo clima di individualismo, c’è un diffuso rifiuto del concetto di autorità, poi perché non si vuol capire la natura di questa Legge.

La Legge di Dio non è una decisione di Dio, non è il Suo Pensiero né una Sua teoria, ma la Sua stessa natura; per cui aderire alla Sua Legge vuol dire aderire alla Sua Persona, vuol dire abbracciarLo. La Legge di Dio è Dio stesso.

Ebbene, il rifiuto della Legge di Dio conduce ad una forma d’intellettualizzazione del Cristianesimo riducendo il rapporto con Dio ad un’adesione intellettuale, piuttosto che ad un abbraccio, segno della conformazione alla Sua Volontà.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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3 Comments on "SOSTA – 3 luglio: Sant’Ireneo di Lione. Lo sai che questo Santo ci aiuta a capire la crisi del Cattolicesimo di oggi?"

  1. Quello che l’attuale Papa vorrebbe farci credere è proprio questo: i peccati gravi sono solo quelli sociali, ad esempio il datore di lavoro che licenzia un suo dipendente. Mentre un uomo che entra in camera da letto con un altro uomo non è poi così grave.
    P.S. Non è mia intenzione difendere gli imprenditori. Io dico che anche licenziare senza giusta causa è un peccato grave quanto l’omosessualità.

  2. Riccardo La Cara | 2 Luglio 2017 at 22:37 | Rispondi

    Il carattere sociale del peccato non sostituisce quello individuale scaturito dall’libero arbitrio.. Mi trovo d’accordo con il commento condiviso…

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