Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.121)

Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini


Domanda: Perché sono detti santi i fedeli che si trovano nella Chiesa?

Risposta: I fedeli che si trovano nella Chiesa sono detti santi, perché consacrati a Dio, giustificati o santificati dai sacramenti, obbligati a vivere da santi.


Come ben spiega il Dragone, ai nostri tempi il termine “santo” si usa solo “per indicare quei cristiani che in vita hanno praticato la virtù in grado eroico, che dopo morte hanno ricevuto la conferma della loro santità da parte di Dio con i miracoli operati per loro intercessione, e sono stati solennemente canonizzati dalla Chiesa e proposti come nostri modelli e protettori”.

Altro uso di questa parola, anche se meno comune tra i fedeli, è quello per indicare le anime del Paradiso che, ovviamente, sono nella santità e, anche, a volte, quelle del Purgatorio, perché, in effetti, sono già salve, nonostante la necessità di una temporanea purificazione.

È questo il motivo per cui molti si stupiscono che nel Catechismo si usi la parola “santo” anche in relazione ai fedeli, nella loro vita terrena.

Eppure tutti i membri della Chiesa possono a ragione essere chiamati in questo modo.

In questo caso quindi non si intende il santo, canonizzato dalla Chiesa per le virtù eroiche ed una vita lontana dalle macchie, ma colui che è santificato dalla sua partecipazione alla Chiesa e che lo rimane se non pecca.

Per questo San Pio X scrive che “sono detti santi, perché consacrati a Dio”. Il valore della consacrazione di ogni singolo fedele è, infatti, elevatissimo.

Si deve pensare a quanta attenzione si mette nella cura delle cose benedette dai sacerdoti e consacrate dal Vescovo, che non vengono usate che per le “cose di Dio” (come. ad esempio, i vasi consacrati che si usano solo per consacrare e conservare Nostro Signore, l’Eucaristia). Si pensi a come dentro le case vengono curate e poste in luoghi centrali le statue benedette di Gesù, Maria o di un santo.

Quanto allora più grande è il valore del Sacramento che consacra ogni singolo membro della Chiesa. San Pio X, infatti, chiarisce che sono “giustificati o santificati dai sacramenti”.

Il Battesimo toglie il peccato originale, dando quella che è detta la prima grazia santificante, così come la Confessione riporta in stato di grazia.

“I cristiani nel Battesimo sono stati consacrati non solo con una semplice benedizione o un rito di consacrazione (sacramentale), ma con un sacramento, e sono stati sottratti al potere del demonio, fatti figli e possesso di Dio, fratelli di Cristo, templi dello Spirito Santo” (Dragone). E conclude: “perciò il cristiano è molto più sacro e santo di qualsiasi cosa benedetta o consacrata”.

Si capisce così in modo chiaro l’accezione da dare in questo caso al termine “santo” riferito ai fedeli.

Il fedele può dunque essere santo sia perché in stato di grazia, che per il suo essere membro della Chiesa.

C’è ovviamente il discrimine del peccato.

L’essere santi non significa non poter peccare. In quel caso, se è chiaro che non lo si è più per la perdita dello stato di grazia, anche l’accezione in oggetto del termine “santo” rimane solo in potenza, dato che il peccato grave non permette di poter intendere in stato di grazia (si dice che si è “membri morti” della Chiesa) e, di conseguenza, anche la santità legata alla consacrazione dei Sacramenti viene a mancare. Tornerà in atto non appena con la Confessione si tornerà ad essere “membri vivi”.

Il Santo di Riese evidenzia poi anche un obbligo che questo essere santi comporta per i fedeli, ossia che sono “obbligati a vivere da santi”.

Anche su questo si deve intendere bene: si parla di obbligo non perché in qualche modo si viene costretti, ma perché c’è l’obbligo morale da parte di ogni membro della Chiesa a vivere il più possibile in aderenza a Cristo, “indicato come méta e modello di santità” (Dragone).

L’uomo è libero di scegliere, paradossalmente, anche di non vivere santamente, con la conseguenza della perdita dello stato di grazia, dell’amicizia con Dio in caso di peccato grave. Moralmente è però obbligato alla santità, perché il suo vero bene è quello di tendere a Dio e alla salvezza dell’anima nella vita eterna.

Preghiamo allora ogni giorno la Vergine Ss.ma affinché ci aiuti a restare santi in ogni accezione possibile.


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