Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.123)

Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini


Domanda: I beati del Paradiso e le anime del Purgatorio sono nella comunione dei santi?
Risposta: I beati del Paradiso e le anime del Purgatorio sono anch’esse nella comunione dei santi, perché congiunti tra loro e con noi dalla carità, ricevono gli uni le nostre preghiere e le altre i nostri suffragi, e tutti ci ricambiano con la loro intercessione presso Dio.


Come spiegato in precedenza, la comunione dei santi è un collegamento, un’unione completa di tutta la Chiesa, in tutte le sue parti: i santi del Paradiso (Chiesa trionfante), le anime del Purgatorio (Chiesa purgante) e i fedeli nella vita terrena (Chiesa militante).

Queste, come rami di uno stesso albero, traggono vita e grazia dalla stessa linfa. È sentenza certa (cfr. L. Ott, Compendio di teologia dogmatica).

C’è infatti un collante tra queste parti, quello che congiunge tutti: la carità verso Dio. “Infatti è proprio dell’amore unire coloro che si amano, e quindi unire Dio alle sue creature capaci di amarlo e le creature tra di loro” (Dragone).

La carità è posseduta ovviamente dalle anime del Paradiso che, in modo permanente e indissolubile godono della visione beatifica di Dio, ma l’hanno anche le anime del Purgatorio, perché, nonostante macchie veniali da lavare, sono in stato di grazia e solo temporaneamente lontani dal Paradiso: “Sono care a Dio e Lo amano senza possibilità di perdere il suo amore col peccato” (Dragone).

Sono tutti collegati dunque dalla carità: i beati in Paradiso tra loro, con le anime purganti e con i fedeli nella vita terrena e tutti tra loro.

Questo concetto è importantissimo, perché rende l’idea della grandezza della Chiesa di Dio, della sua soprannaturalità e, anche, è consolatorio per noi in terra, che, nella nostra lotta quotidiana contro il nemico e nelle sofferenze, sappiamo di avere alleati molto forti che intercederanno per noi.

Dato che è uno scambio tra le tre parti della Chiesa, infatti, le nostre preghiere e i nostri suffragi portano gioia ai santi in Paradiso e aiuto a quelli in Purgatorio. Di contro, loro pensano a noi con le loro preghiere, aiutandoci notevolmente nella nostra vita terrena.

Non può essere ovviamente un aiuto quel che le nostre preghiere porteranno alle anime in Cielo: loro sono già nella visione beatifica e non hanno bisogno di una “spinta” per arrivarvi. Pregando per loro onoriamo e glorifichiamo Dio, in quanto essi sono capolavori della Sua grazia. Loro si allietano, gioiscono di tutto ciò che glorifica il Signore. Essi sono insomma un tramite che abbiamo per far giungere la nostra lode a Dio.

La fede e la ortodossia di questa pratica fu confermata dal Concilio di Trento, “contro i riformatori, che rifiutarono l’invocazione ai santi come estranea alla Bibbia ed inconciliabile con la mediazione unica di Cristo” (L. Ott, op. cit.).

Molto aiuto portano invece le nostre preghiere alle anime del Purgatorio: “diventano suffragi capaci d’estinguere o almeno lenire e abbreviare le loro pene” (Dragone).

Molto importanti sono i nostri pensieri per le anime del Purgatorio, proprio per questo motivo. Per loro anche una semplice piccola riduzione del tempo di attesa per l’entrata in Paradiso sarà un enorme felicità, che ricompenseranno con molto amore.

Come scrive San Pio X , “tutti ci ricambiano con la loro intercessione presso Dio”. L’importanza di questo è sottolineato con chiarezza dalla esortazione e riflessione del Dragone: “Siamo zelanti nel procurarci intercessori in Cielo e in Purgatorio! Questi amici, da noi onorati o soccorsi, sapranno intercedere potentemente presso Dio e non ci lasceranno andar perduti”.

Queste anime sono insomma potenti intercessori per noi presso Dio, sono in un certo senso quasi obbligate, per riconoscenza, per non essere ingrate verso noi che preghiamo per loro, se non intercedessero, se non ci ricambiassero.

Si comprende quanto forte sia l’aiuto che ci proviene da anime sante e care a Dio, anche da quelle che ancora non sono in Cielo, ma comunque in grazia.

È d’altronde oggettivo dagli scritti che nella Tradizione la fede in queste verità fosse presente sin da subito con preghiere d’intercessione fatte per i vivi e per i defuunti. Ott ci ricorda che “la fede nella potenza della preghiera d’intercessione è antichissima e conosciuta anche fuori d’Israele (cfr. Es. 8, 4; 10, 17)” (op. cit.). E sono sempre state insegnate, dato che si ritrovano ancora nella Mystici corporis di Pio XII.

Preghiamo allora Maria, che, come nostra madre spirituale, si prenda cura con la sua continua ed efficacissima intercessione presso il Figlio della vita di tutti noi e ci spinga a pregare per i defunti che sono nella comunione della Carità.


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