La grande grazia della Quaresima

di Maria Bigazzi


Siamo giunti alla prima settimana di Quaresima, un periodo che irrompe nella quotidianità frenetica di un mondo che vive il carpe diem e cerca di soddisfare ogni bisogno finché può, dimenticando completamente il valore e il significato della penitenza, della sofferenza e dell’offerta.

Si comincia il cammino che porterà alla Pasqua di Risurrezione, il periodo più importante dell’anno, e per non giungervi impreparati ci viene offerta la grazia di vivere questo tempo per riparare alle tante negligenze, per riaccendere in noi la fiamma dell’amore verso Dio, attraverso una preghiera più intensa e sincera, la vicinanza ai Sacramenti, facendo proprie le armi che il Signore stesso ci ha indicato per scacciare il demonio e le sue tentazioni, ovvero la preghiera e il digiuno.

Oggi si sente dire che tali pratiche siano inutili e senza senso, disprezzate agli occhi di Dio. Tale affermazione contraddice ciò che ha detto nostro Signore, ma agli occhi del mondo il cristiano stesso è visto come una persona credulona e attaccata a pratiche senza senso.

Qui sta la nostra chiamata a partecipare alla Passione di Cristo, nell’accettare e offrire a Lui gli attacchi che prima di far soffrire noi, fanno sanguinare e riaprire le ferite di Gesù. “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me” (Gv 15,18).

Che bello se facessimo nostre le parole di quella preghiera attribuita al santo curato d’Ars a Gesù Crocifisso che conclude dicendo: “Ti amo, mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con te. Mio Dio fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo”.

Questo tempo di penitenza deve spronarci e aiutarci a vivere più vicini ancora a Gesù, meditando la Sua Passione e morte, per giungere poi alla gloria della Risurrezione, dove il Salvatore ha aperto per noi le porte della salvezza.

Attraverso questo cammino penitenziale possiamo giungere alla conversione del nostro cuore e dimostrare il nostro amore per Gesù; infatti, chi ama è disposto anche a fare rinunce importanti per la persona amata, così noi, se davvero amiamo Dio, possiamo aprirgli il nostro cuore e offrirgli quei tanti piccoli e grandi sacrifici quotidiani, tenendo sempre a mente che Egli ci ha dato il suo Figlio Unigenito che è morto e risorto per noi e per la nostra salvezza. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13).

Come accade ogni volta che si intraprende un nuovo cammino, subito si viene presi dalla paura di non farcela, di non giungere alla méta, e quindi di non incamminarsi nemmeno. Ma il Signore ci viene in aiuto e ci insegna, sottoponendosi per nostro amore alla tentazione nel deserto, che uniti a Lui e attraverso il digiuno, la preghiera e la mortificazione, ci si oppone a ogni seduzione e tentazione del demonio. San Giovanni Crisostomo a tale proposito scriveva che “Gesù volle anche essere condotto nel deserto e lottare con il diavolo, in modo che i battezzati, vedendosi aggrediti da più grandi tentazioni dopo il Battesimo, non ne fossero turbati e non fossero colti dallo scoraggiamento”.

Tre sono gli insegnamenti che possiamo trarre dal brano del Vangelo di questa prima domenica di Quaresima: nel dialogo con il demonio, Gesù ci ricorda che “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. L’uomo non può nulla se lontano da Dio, Egli solo gli ha conferito dignità e solo in Lui noi troviamo compimento. Se non si apre il cuore alla Grazia di Dio, non si può accogliere la sua parola e il dono totale che Egli fa di sé, trasformando la nostra vita al punto di vivere e morire solo per Lui. Ed è il Sacramento dell’Eucaristia che in modo particolare accende l’amore di Dio in noi, nei nostri cuori e che ci permette di non cadere nella tentazione di sostituirci a Dio e di “trasformare le pietre in pane”.

Il secondo insegnamento del Signore è quello di “Non tentare il Signore Dio tuo”. Gesù ci ricorda la gravità del peccato che ci allontana da Lui e che forma un muro contro il suo Amore per noi.

Tentare Dio, significa cadere nella superbia di disobbedirgli per amor proprio, recando offesa a Colui che ci ha creati perché seguendo i suoi precetti, possiamo intraprendere la via per compiere il bene e raggiungere il nostro fine, che è Dio stesso.

Nel terzo insegnamento, Gesù ci ricorda con fermezza ciò che non dobbiamo mai dimenticare e che chiude definitivamente la bocca al tentatore: “Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto”. Egli è l’unico e vero Dio, Colui che l’uomo cerca e in cui trova la sua pienezza. Il Signore ci richiama a non avere altro Dio all’infuori di Lui, perché tutte le altre false divinità create dall’uomo, sono per noi rovina e causa di morte eterna.

Che questa prima settimana di Quaresima ci aiuti a meditare e a intraprendere con coraggio e amore la via della Croce assieme al nostro Redentore, seguendo la Vergine Maria, Madre nostra e Corredentrice del genere umano.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

Be the first to comment on "La grande grazia della Quaresima"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*