SOSTA – La preghiera è la più “attiva” delle azioni

di Pierfrancesco Nardini


San Giuseppe Moscati tutto era tranne una persona poco impegnata: medico e professore universitario. Eppure non ha mai lasciato da parte la preghiera e la vita spirituale perché aveva impegni o per fare ancora di più. Anzi ha fatto della preghiera, soprattutto la recita del Rosario, il suo continuo sostegno. Insomma, era convinto che la preghiera fosse in un certo qual modo la più “attiva” delle azioni. La sua giornata, ogni giorno, iniziava infatti con Messa e Comunione. Affidava tutto a Dio. E, ogni qualvolta doveva dare una diagnosi a casi complicati, stringeva il suo rosario …e -come si suol dire- ci prendeva sempre! Una volta disse: “In tutte le vostre opere, mirate al Cielo, e all’eternità della vita e dell’anima, e vi orienterete allora molto diversamente da come vi suggerirebbero pure considerazioni umane, e la vostra attività sarà ispirata al bene”. È chiaro che per “mirare al Cielo” servono innanzitutto preghiera e sacramenti senza i quali si farebbe fatica e non si riuscirebbe a vivere in stato di grazia. Anche le attività non contemplative, ci spiega il Santo, saranno ispirate al bene se si mira al Cielo e, quindi, se si ha una intensa vita spirituale. San Giuseppe Moscati era quindi l’esatta dimostrazione di come non cadere nel cosiddetto “attivismo”, per cui una cosa sarebbe buona solo in base a quanto si fa e non a come la si fa. Pertanto, attenzione: non dobbiamo farci ingannare da quelle convinzioni secondo cui la vita spirituale sarebbe una perdita di tempo. Non dimentichiamo che N.S. Gesù Cristo ci ha esortato a chiedere per ottenere (Luca 11, 9-10)…. e quindi possiamo anche dire: a pregare per poter agire.


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