LA SOSTA – Immigrati che spacciano. Non fa meraviglia: far venire gli immigrati e non potergli dare un lavoro porta a queste conseguenze.

Sulla carta chiedevano asilo. In strada, sulle Rive di Trieste, a due passi dal cuore della città e dell’elegante salotto di piazza Unità, gestivano un vero hub dello spaccio a una clientela in gran parte minorenne. I sedici migranti che smerciavano hashish a cielo aperto ed erano diventati il punto di riferimento di giovanissimi, ieri sono comparsi davanti al gip di Trieste Luigi Dainotti per l’udienza preliminare nel procedimento a loro carico per spaccio. Sono tutti richiedenti asilo, afghani, iracheni, pakistani, e un bulgaro, e devono rispondere dell’accusa confermata dai nastri di centinaia gli scambi filmati dagli agenti della Squadra mobile attraverso telecamere nascoste. Contrattavano modi, quantità e prezzi, tenevano addosso solo microdosi compatibili con l’«uso personale», e agivano forti di una rete organizzata di complici nel ruolo di vedette per eludere i controlli.

Lo scrive il giornale.it.

Perché meravigliarsi? Gli immigrati, se non trovano lavoro, qualcosa devono pur fare.

Inoltre non è da escludere che qualcuno venga anche per questo. Un certo tipo di Islam desidera e teorizza che il vecchio Occidente si indebolisca nel vizio e nella droga.

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