LA SOSTA – Indiscutibilità dei dati scientifici? Apprendiamo che finora si è sbagliato a misurare l’espansione dell’universo.

L’ansa.it riporta questa notizia:

La misura più recente della velocità di espansione dell’universo rischia di far ‘scricchiolare’ l’attuale teoria di riferimento della cosmologia. Pubblicato sulla rivista Monthly Notices of Royal Astronomical Society, il nuovo dato deriva dalle osservazioni fatte dal gruppo internazionale coordinato dall’Istituto tedesco Max Planck e si discosta leggermente dal valore finora indicato della costante di Hubble, una delle misure fondamentali dell’universo. Se in futuro questa leggera discrepanza dovesse essere confermata da nuove misure, potrebbe andare in crisi il Modello Standard della Cosmologia e, come accade nella fisica delle particelle, anche nello studio dell’universo nuovi dati potrebbero aprire il sipario su leggi fisiche del tutto nuove.  I ricercatori coordinati dall’istituto Max Planck hanno misurato la velocità con cui si allontanano fra loro tre galassie utilizzando una sorta di lente d’ingrandimento cosmica, ossia un effetto chiamato ente gravitazionale. Quest’ultimo consiste nella deviazione della luce causata dalla presenza di oggetti molto massicci. Misurando i diversi tempi di percorrenza della luce si è dedotta la velocità con la quale le galassie si allontanano. Il valore ottenuto è però diverso da quello indicato dal satellite europeo Planck, che ha misurato la velocità di espansione delle particelle di luce che si sono ‘messe in viaggio’ quando l’universo era ancora giovanissimo. “Ci si sarebbe aspettati che i due valori coincidessero, ma non è stato così”, ha osservato il vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Antonio Masiero. “Naturalmente – ha aggiunto – ogni risultato scientifico accanto al valore contiene anche un margine di incertezza” e “al momento la misura pervenuta dalle osservazioni recenti ha un’incertezza intorno a 4%: è già un ottimo risultato, ma ancora relativamente grande”.  Per questo motivo, ha rilevato, “non si può ancora parlare di una vera e propria discrepanza”. Ma se in futuro si riuscisse a ridurre l’incertezza e venisse confermata la disparità dei due valori, il modello cosmologico attuale vacillerebbe e questo, ha concluso, “segnerebbe l’avvento di una fisica del tutto nuova”.

Quali riflessioni possiamo trarre da questa notizia?

Almeno due.

Prima Riflessione

Vi è un dato consolidato che è bene ricordare, ovvero che l’universo è in fase espansiva. Il che è un’ulteriore attestazione dell’origine dell’universo stesso. Il che, a sua volta, rende evidente la creazione dell’universo. Se infatti l’universo ha avuto un inizio, non può essersi fatto da sé, e se non si è potuto fare da sé, qualcuno l’ha dovuto creare.

Seconda Riflessione

In un passaggio dell’articolo si legge: Se in futuro questa leggera discrepanza dovesse essere confermata da nuove misure, potrebbe andare in crisi il Modello Standard della Cosmologia e, come accade nella fisica delle particelle, anche nello studio dell’universo nuovi dati potrebbero aprire il sipario su leggi fisiche del tutto nuove.” Dunque, nella scienza che studiamo non ci sono certezze intoccabili. Vengono fuori nuove scoperte, e molto (se non tutto) deve essere messo in discussione. Ebbene, questo lo si tenga ben presente per sé, ma anche quando si parla con gli altri. Quando -per esempio- si fa catechismo, non sono rari i casi in cui qualche ragazzo fa obiezioni di carattere scientifico per cose che ha letto sui libri scolastici e non, ovviamente bisogna saper rispondere, ma nello stesso tempo far presente che non poco di ciò che si dà per scontato in campo scientifico, scontato non è. 

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