LA SOSTA – Perché il latino è importante? Alcune dritte per capire.

 

A firma di Roberto Petrini, su repubblica.it, leggiamo un articolo dal titolo: Pecunia, cumpetere e deficit: l’economia insegnata col Latino.

L’autore spiega come la lingua classica non solo è molto utilizzata nel linguaggio economico moderno, ma offrirebbe anche un’utile interpretazione etimologica per le parole del lessico finanziario.

A noi la cosa non sorprende affatto, convinti come siamo che il latino vada studiato, e anche bene.

Vediamo per quali motivi.

Il primo motivo è formativo. Dire che studiare le cosiddette “lingue morte” è solo una perdita di tempo, è dire una grande sciocchezza. Paradossalmente, l’utilità delle lingue classiche sta proprio nella loro apparente inutilità, che le rendono capaci di andare oltre la dimensione meramente pratica per fondare la dimensione teoretica: la  forma mentis. Ciò va detto soprattutto a coloro che vorrebbero l’eliminazione del liceo classico.

Poi abbiamo dei motivi più specificamente ecclesiali.

E’ giusto che la Chiesa abbia come lingua ufficiale il latino, prima di tutto perché è la lingua che Essa immediatamente utilizzò e di cui subito si giovò per l’evangelizzazione. Poi perché è una lingua transnazionale, universale; e la Chiesa è Cattolica, cioè universale. Oggi si ama dire -ma ambiguamente- “chiesa italiana”, “chiesa francese”, “chiesa spagnola”… ma la Chiesa è una, ed è quella Cattolica, Apostolica e Romana!

Ma c’è anche un motivo liturgico.

La questione della lingua nella liturgia è secondaria, ma non irrilevante. Secondaria, perché ciò che conta è la conformazione del Rito alla Verità Cattolica (tant’è che la nostra scelta del Rito Romano Antico non è per nostalgia del latino, ma perché questo è pienamente conforme al dogma).

Ma che è il latino sia importante per la liturgia è indubitabile.

Ci limitiamo a dire questo.

La lingua latina nel Rito salvaguardia la dimensione dello spazio, del tempo e del mistero.

Dello spazio, perché la sua universalità rende seguibile il Rito in tutti i luoghi della terra. Prima della cosiddetta “riforma liturgica”, la lingua della Messa era uguale dappertutto: in Italia come in Indonesia, in Spagna come in Nuova Zelanda.

Del tempo, perché, essendo la lingua latina una lingua morta, essa è una lingua che non muta e quindi meglio si adatta ad esprimere verità teologiche, che -appunto- non mutano.

Del mistero, la lingua latina è una lingua non parlata nella quotidianità, quindi è una lingua non ordinaria (stra-ordinaria), pertanto si offre meglio a significare i misteri della liturgia che attengono alla straordinarietà del sacro e non all’ordinarietà del profano. 

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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1 Comment on "LA SOSTA – Perché il latino è importante? Alcune dritte per capire."

  1. Caro amico,
    tenga presente che nella celebrazione in Rito Romano Antico è raccomandata dopo la proclamazione delle Letture, la lettura di queste anche nelle lingue nazionali.
    La questione del Novus Ordo è molto più complessa e sicuramente come Cammino dei Tre Sentieri scriveremo qualcosa a riguardo.
    In realtà, come vede, siamo in sintonia.

    Dio è Verità, Bontà e Bellezza – Il Cammino dei Tre Sentieri

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