“L’Emmanuele mangerà burro e miele”. Perché?

di Corrado Gnerre

Nella Messa dell’Annunciazione si legge Isaia 7,10-15. Qui si parla della venuta del Messia e si dice: “(…) la vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato Emmanuele.” Poi si aggiunge: “Egli si ciberà di burro e di miele, affinché sappia rigettare il male e scegliere il bene.” 

Perché si allude al burro e al miele? Perché ci si sofferma su questo particolare apparentemente insignificante: il Bambino mangerà burro e miele? Perché questa precisazione?

Nella Bibbia annotata da Giuseppe Ricciotti leggiamo questo breve commento: “Il mangiare burro e miele sembra alludere ad uno stato di desolazione della regione, ove non sarebbero i proventi dei campi. L’ebraico corrispondente ad ‘affinché’ pare che si debba tradurre ‘fino a che’ (cioè fino a che il fanciullo sia giunto all’età del discernimento e sappia rigettare, ecc.).” Insomma, il burro e il miele indicherebbero una situazione di carestia: la terra non darebbe più frutti abbondanti e il burro e il miele, in quanto frutti indipendenti dal lavoro dei campi, rimarrebbero i soli a soddisfare.

Non abbiamo alcuna autorità per negare questo significato, a maggior ragione dinanzi alla competenza, pienamente ortodossa, di Giuseppe Ricciotti. Però in questo brano ci piace leggere anche qualcos’altro.

Perché non pensare ad un significato simbolico del burro e del miele?

Questi due elementi rimandano a due concetti: la tenerezza (la dolcezza) e l’energia (il vigore). Tanto il burro quanto il miele sono ingredienti teneri, dolci, ma conferiscono energia e vigore. Ora, se ci si riflette, questi due elementi, la tenerezza e la forza, devono essere la “carta d’identità” del cristiano, cioè di colui che deve essere davvero seguace e imitatore di Cristo.

Dolcezza e potenza sono infatti, in grado infinito, le caratteristiche fondamentali di Dio: l’onnipotenza da una parte, l’amore paterno dall’altra.

La dolcezza si esprime nell’infinita misericordia, la potenza nell’infinita giustizia.

 Padre Gabriele di Santa Maria Maddalena scrive nel suo Intimità Divina“La misericordia è l’effusione del sommo bene che comunica la sua bontà alle creature; la giustizia è lo zelo che difende i diritti di questo sommo Bene che deve essere amato sopra tutte le cose.”

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