MESSA DEL GIORNO (con meditazione) – Quarta Domenica di Quaresima

La Domenica della gioia

Questa Domenica chiamata Laetare, dalla prima parola dell’Introito della Messa, è una delle più celebri dell’anno. In questo giorno la Chiesa sospende le tristezze della Quaresima; i canti della Messa non parlano che di gioia e di consolazione; si fa risentire l’organo, rimasto muto nelle tre Domeniche precedenti; il diacono riveste la dalmatica e il suddiacono la tunicella; è consentito sostituire i paramenti violacei coi paramenti rosa. Gli stessi riti li abbiamo visti praticare durante l’Avvento, nella terza Domenica chiamata “Gaudete”. Manifestando oggi la Chiesa la sua allegrezza nella Liturgia, vuole felicitarsi dello zelo dei suoi figli; avendo essi già percorso la metà della santa quaresima, vuole stimolare il loro ardore a proseguire fino alla fine.

La Rosa d’oro

La benedizione della Rosa uno dei particolari riti della quarta Domenica di Quaresima, per la quale ragione viene anche chiamata la Domenica della Rosa. I graziosi pensieri che ispira questo fiore sono in armonia coi sentimenti che oggi la Chiesa vuole infondere nei suoi figli, ai quali la gioiosa Pasqua presto aprirà una primavera spirituale, in confronto della quale la primavera della natura non è che una pallida idea. Anche questa istituzione risale ai secoli più lontani. La fondò san Leone IX, nel 1049, nell’abbazia di S. Croce di Woffenheim; e ci resta un sermone sulla Rosa d’oro, che Innocenzo III pronunciò quel giorno nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (PL 217, 393). Nel Medio Evo, quando il Papa risiedeva ancora al Laterano, dopo aver benedetta la Rosa, seguiva in corteo tutto il sacro Collegio, verso la chiesa della Stazione, portando in testa la mitra e in mano questo fiore simbolico. Giunto nella Basilica, pronunciava un discorso sui misteri rappresentati dalla Rosa per la sua bellezza, il suo colore e il suo profumo. Quindi si celebrava la Messa; terminata la quale, il Pontefice ritornava al palazzo Lateranense, attraversando la pianura che separa le due Basiliche, sempre con la Rosa in mano. Arrivato alla soglia del palazzo, se nel corteo era presente un principe, toccava lui reggere la staffa ed aiutare il pontefice a smontare dal cavallo; in ricompensa della sua cortesia riceveva la Rosa, oggetto di tanto onore. (dom Propser Gueranger, L’anno liturgico).


Introito

(Isaia 66,10 e 11)

Alliétati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, esultate con essa: rallegratevi voi che foste tristi; ed esultate e siate sazii delle sue consolazioni.

(Salmo 121,1)

Mi rallegrai di ciò che mi fu detto: andremo nella casa del Signore.


Epistola

(Galati 4,22-31)

Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figlioli: uno dalla schiava e uno dalla libera; e mentre quello della schiava nacque secondo la carne, quello della libera nacque in virtù della promessa. Queste cose hanno un senso allegorico. Rappresentano le due alleanze: una del monte Sinai che genera schiavi, e sarebbe Agar: infatti il Sinai è un monte dell’Arabia, ed ha molta relazione con la Gerusalemme attuale, che è schiava coi suoi figlioli. Ma la Gerusalemme superiore è libera, essa è la nostra madre; sta scritto infatti: Rallegrati, o sterile che non partorisci, prorompi in grida di gioia, tu che non divieni madre, perché molti sono i figlioli dell’abbandonata, e più numerosi di quelli di colei che ha marito. Quanto a noi, o fratelli, siamo come Isacco, figlioli della promessa, e come allora quello nato secondo la carne perseguitava colui che era nato secondo lo spirito, così pure succede ora. Ma che dice la Scrittura? Caccia la schiava e il suo figliolo, perché non dev’essere il figlio della schiava erede col figlio della libera. Pertanto, o fratelli, noi non siamo figli della schiava, ma della libera, per quella libertà con la quale Cristo ci ha liberati. 


Graduale

(Salmo 121,1-7)

Mi rallegrai di ciò che mi fu detto: andremo alla casa del Signore. Regni la pace nelle tue fortezze e la sicurezza nelle tue torri.


Vangelo

(Giovanni 6,1-15)

In quel tempo, Gesù andò al di là del mare di Galilea, cioè di Tiberiade; e lo seguiva gran folla, perché vedeva i prodigi fatti da lui sugl’infermi. Salì pertanto Gesù sopra un monte ed ivi si pose a sedere con i suoi discepoli. Ed era vicina la Pasqua, la solennità dei Giudei. Or avendo Gesù alzati gli occhi e vedendo la gran turba che veniva a lui, disse a Filippo: Dove compreremo il pane per sfamare questa gente? Ma ciò diceva per metterlo alla prova; egli però sapeva quanto stava per fare. Gli rispose Filippo: Duecento danari di pane non bastano neanche a darne un pezzetto per uno. Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che è questo per tanta gente? Ma Gesù disse: Fateli mettere a sedere. C’era lì molta erba. Si misero pertanto a sedere in numero di circa cinquemila. Allora Gesù prese i pani, e, rese le grazie, li distribuì alla gente seduta; e così pure fece dei pesci, finché ne vollero. Saziati che furono, disse ai suoi discepoli: Raccogliete gli avanzi, che non vadano a male. Li raccolsero dunque; e riempirono dodici canestri dei pezzi che erano avanzati a coloro che avevano mangiato di quei cinque pani d’orzo. Or quegli uomini, visto il prodigio fatto da Gesù, dicevano: Questo è davvero il profeta che deve venire al mondo. Ma Gesù, accortosi che stavano per venire a rapirlo per farlo re, fuggì di nuovo solo sul monte.     


Meditazione

  1. Dopo che Gesù ebbe compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Egli stesso dice ai discepoli: Raccogliete gli avanzi, che non vadano a male. 
  2. Dunque Gesù, con questa disposizione, sembra temere che ciò che abbia fatto possa non essere adeguatamente conservato, e forse perfino dimenticato.
  3. Possiamo dire in un certo qual modo che con questa raccomandazione (Raccogliete gli avanzi, che non vadano a male) Gesù abbia voluto farci capire il valore insostituibile della Tradizione.
  4. Il Cristianesimo è un fatto, non un mito.
  5. Il Cristianesimo si fonda su ciò che è realmente accaduto.
  6. Il Cristianesimo è la Verità ch’era, che è e che sarà.

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, se rimarrò accanto a Te e Tu guiderai il mio cammino, di certo non smarrirò nulla del tuo Divin Figlio.
  2. Ti chiedo solo di non lasciare la mia mano, di condurmi tu…di fare secondo il tuo volere, non il mio mio.
  3. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 


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