Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Introito
(Salmo 24,6; 24,3; 24,22)
O Dio, ricorda la tua bontà e il tuo amore, poiché durano sempre in eterno. Non esulti su noi chi ci odia. Liberaci, Dio d’Israele, da ogni nostra afflizione. A te offro, Dio, la mia vita: Dio mio, in te confido. Che io non resti confuso.
Epistola
(Esodo 24,12-18)
Il Signore disse a Mosè: «Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli». Mosè si alzò con Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte di Dio. Agli anziani aveva detto: «Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro». Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte. La Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La Gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.
Epistola
(3 Re 19,3-8)
Ed Elia ebbe paura e si alzò ed andò secondo la sua anima (o “istinto”) e giunse a Betsabea di Giuda e mandò via il suo servitore. Ed egli camminò nel deserto una giornata e arrivò e si sedette sotto un riparo e dispose la sua anima a morire e disse: “Ora è abbastanza. Prendi dunque da me la mia anima, o Signore, perché non sono migliore dei miei padri!”. E si distese e si addormentò lì sotto la pianta. Ed ecco un tale cucinò per lui e disse a lui: “Alzati e mangia!”. E guardò Elia, ed ecco vicino alla sua testa pane cotto sotto la cenere e un orciuolo d’acqua: e si alzò e mangiò e bevve. E voltandosi si mise a dormire. E tornò l’angelo del Signore una seconda volta, lo afferrò e gli disse: “Alzati e mangia, perché molta è per te la strada!”. E si alzò e mangiò e bevve. E camminò nella forza di quel pasto quaranta giorni e quaranta notti fino al monte Koreb.
Graduale
(Salmo 24,17; 24,18; 24,1-4)
Signore, liberami dalle mie angustie. Guarda alla mia umiliazione e alle mie pene, e perdona tutti i miei peccati. A te, Signore, sollevo la mia anima. Dio mio, in te confido. Fa’ che non abbia da arrossire e ad essere deriso dai nemici. Chiunque in te confida non sarà deluso; siano invece confusi quanti corrono dietro alle vanità.
Vangelo
(Matteo 12,38-50)
Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: «Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno». Ed egli rispose: «Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c’è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall’estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c’è più di Salomone! Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa». Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».
Meditazione
- Nella seconda epistola si racconta che Elia ormai credeva di dover terminare il suo cammino terreno e aveva deciso di attendere la morte risposandosi sotto un albero…ma il Signore gli mandò un angelo che gli donò del cibo per rialzarsi e così poter proseguire ancora il cammino.
- Quante volte ci sarà capitato di guardare a ritroso la nostro vita, con tutte le prove che essa ha comportato, ed esserci meravigliati di come abbiamo potuto superarle. “Come ce l’ho fatta?”, “Chi mi ha dato la forza?” Ci siamo chiesti.
- La risposta è semplice: Dio è presente. Sta accanto a noi.
- Anzi, a volte, più ci sembra assente, e più Egli ci sostiene.
- Ma questo accade se gli siamo fedeli.
- Accade se per noi Lui è tutto.
- Accade se cerchiamo solo in Lui la nostra salvezza.
Alla Regina dello Splendore
- Madre, dove ci sei tu, lì c’è anche il tuo Divin Figlio.
- A fianco a te, scoprirò sempre la forza e il sostegno del tuo Divin Figlio nella mia tempestosa esistenza.
- Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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