I Magi
Pater noster – San Giuseppe, prega per noi!
Gesù nacque nella grotta. Siccome san Giuseppe era pieno di attenzioni per il Bambino Gesù e la Madonna, non volendo riprendere subito il viaggio di ritorno verso Nazareth, fece di tutto per trovare a Betlemme una casetta, ove dimorare per qualche tempo. Era più che giusto non lasciare per diversi giorni la Sacra Famiglia in una stalla. L’Evangelista Matteo (5,2) ne accenna quando, parlando dei Magi, dice: Entrarono nella casa e trovarono il Bambino con Maria, sua Madre. Mentre erano in questa casetta, ricevettero la visita dei Magi. San Giuseppe, come capofamiglia, fece gli onori di casa. Tre importanti personaggi, accompagnati dal loro seguito, si trovarono davanti ad un povero operaio. Non rimasero delusi. La stella misteriosa li aveva guidati e la luce divina li aveva anche pervasi interiormente, cosicché non si meravigliarono di vedere in un’umile dimora il tenero Bambino, la Vergine Madre e il modesto Sposo di Lei. San Giuseppe godette di quella visita, pensando che non erano soltanto i semplici pastori ad adorare Gesù, ma anche i potenti della terra. I Magi raccontarono la storia del loro viaggio, parlarono della Stella e dell’incontro avuto con Erode. Consegnarono a san Giuseppe i loro mistici doni: incenso, oro e mirra. Dice la tradizione che san Giuseppe offrì al Tempio l’incenso e la mirra e riservò l’oro per le necessità della famiglia. Infatti, in quell’occasione, la Provvidenza era venuta in aiuto, essendo prossima la partenza per l’Egitto. I Magi trascorsero a Betlemme giorni di Paradiso. La compagnia della Madonna e di san Giuseppe e la presenza di Gesù procurarono loro tanta gioia da sentirsi ripagati dei sacrifici del viaggio. Già pensavano di ripassare da Erode, per informarlo che avevano trovato il nato Messia, persuasi che anche lui sarebbe venuto ad adorarlo. Quale diversità di sentimenti tra i Magi ed Erode! I primi erano retti, mentre il re era malvagio. Nella sua gelosa superbia, il monarca credeva che il Messia con l’andare degli anni sarebbe divenuto il Re di Israele e gli avrebbe tolto il trono; quindi conveniva ucciderlo mentre era ancora in fasce. Il nefando disegno di Erode era sconosciuto a tutti, ma era noto a Dio, che conosce tutto. Dio allora mandò un angelo ai Magi per avvertirli di non ripassare da Erode e di ritornare ai loro paesi per altra via. Il re intanto aspettava con ansia la seconda visita dei Magi. Passato del tempo, si convinse di essere stato ingannato. Allora attuò il pessimo disegno. Senza destare sospetto, mandò di notte tempo i soldati a Betlemme per uccidere tutti i bambini, dai due anni in giù, e non solo della città, ma anche dei dintorni. Sperava che nella strage sarebbe stato soppresso anche il Messia. Ma Dio vegliava sulla Sacra Famiglia e rese vane le insidie di Erode.
Esempio
Era la vigilia della festa di san Giuseppe. In uno scompartimento del treno Magonza-Colonia stavano due viaggiatori, un sacerdote ed un mercante. Il sacerdote si accorse che quel signore pregava; lo interruppe e gli rivolse qualche domanda. Venne a sapere che era molto devoto di san Giuseppe e che rientrava in famiglia per trascorrere la festa del Patriarca con la moglie ed i figli. “Dunque -disse il Sacerdote- san Giuseppe è il vostro Patrono?” Questi rispose: “No, è il Patrono di mia moglie, che si chiama Giuseppina. Il 19 Marzo mi è tanto caro per tutto ciò che nella vita mi è capitato. Fui educato cristianamente, ma nella gioventù mi allontanai dalla Religione. Mia moglie si affliggeva a vedermi trascurato nell’anima. Quando ella alla sera pregava davanti ad un altarino di san Giuseppe, io la burlavo. Cinque anni addietro, in occasione del suo onomastico, le feci un bel regalo; ricevendolo mi disse: ‘Avrei preferito un regalo più prezioso!’ ‘Quale?’ le chiesi. Mia moglie ripose: ‘La tua anima! E cominciò a piangere.’ Per consolarla le promisi di accontentarla. Mi invitò ad andare in Chiesa in sua compagnia per ascoltare la predica su san Giuseppe. Accettai. Il predicatore disse fra l’altro: ‘Mai nessuno ha invocato san Giuseppe, senza sentirne la protezione!’ Uscendo dalla Chiesa, mia moglie mi disse: ‘Tu che spesso sei in viaggio, promettimi che nei pericoli invocherai sempre san Giuseppe.’ Ebbene, qualche tempo dopo il treno sul quale viaggiavo ebbe un terribile urto. Gridai: ‘San Giuseppe, aiutami!’ Nel mio scompartimento eravamo in sette; sei morirono e solo io rimasi vivo.” L’uomo poi concluse: “Da quel giorno sono divenuto un cristiano fervente e tutti gli anni, il 19 Marzo, adorno di fiori e di ceri l’altarino di san Giuseppe e con la mia famiglia mi prostro per ringraziarlo e pregarlo di cuore.”
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