SOSTA STORICA – Per quale motivo le case di una volta erano più accoglienti?

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


da “Il segno della carne” di Ermanno Landi, Firenze 1959, pp.123-124

Non hai notato che le case degli operai sono le meno originali e sono più uguali tra loro che non le case di altri ceti sociali? Non mi dire che ciò dipende solo dal fatto che sono case più povere e quasi sempre costruite dallo Stato e troppo subordinate ad esigenze d’ordine economico! No, non è solo per questo. Potrei dirti infatti che tante povere capanne arrangiate alla meglio rivelano maggiormente la personalità di chi le abita e sono senz’ombra di dubbio più accoglienti, anche se ci fa freddo e ci piove. Sai qual é il loro più intimo segreto? Di solito nella povera capanna c’è la donna che attende il marito, e la cura personalmente. Di solito quelle capanne sono state costruite da poveri uomini per amore della donna che volevano a vivere con loro sotto il proprio tetto, mentre le linde case degli operai moderni son costruite per rispondere a dure necessità di crisi di alloggio. Di solito sono case troppo vuote, perché durante il giorno tutti vanno a lavorare. Se da un lato dunque esiste una crisi di alloggi di natura tutta economica, dall’altra esiste una vera crisi d’amore che nella donna è anche crisi di grazia. Oggi il vero spirito creativo dell’uomo ha bisogno dunque dell’aiuto della donna; ma aiuto non significa che la donna debba sostituirlo, anzi, significa che la donna deve guardare all’uomo per ritrovare, a suo fianco, il posto che le è proprio.


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