Perché dobbiamo ringraziare Charlie

Il piccolo Charlie è spirato.

Non vogliamo adesso ricordare i motivi per cui quella del giudice inglese sia stata una decisione ingiusta (a riguardo vi invitiamo a leggere due articoli da noi pubblicati: clicca qui e  clicca qui). Dicevamo: non è adesso il momento per fare questo. Fermo restando il dovere, l’impegno, la lotta affinché la vita possa essere sempre rispettata… sempre e comunque!

E’ invece un altro tipo di riflessione che vogliamo, oggi, offrire. Una riflessione a cui teniamo molto, convinti come siamo, che c’è una verità della natura umana che non può essere mai trascurata. Una verità che, non a caso, viene volutamente dimenticata proprio da tutte quelle convinzioni che vorrebbero ridurre l’uomo a ciò che non è: un semplice animale capace di saper fare solo qualcosa in più rispetto agli altri animali.

Il mondo intero si è commosso per questo piccolo bambino. E si sono commossi un po’ tutti.

Qual è il punto umanamente interessante? Che a commuoversi non sono stati solo coloro che hanno cercato con tutti i mezzi di opporsi all’ingiusta decisione del giudice, bensì anche coloro che hanno concordato con questa decisione.

Lasciamo stare l’incoerenza e anche la spiegabile rabbia che può procurare una constatazione del genere: Ma come? Chi ha appoggiato la decisione del giudice, ha il coraggio di commuoversi?.. E che diritto di commuoversi ha? Lasciamo perdere tutto ciò. Piuttosto quel che è venuto fuori da questa storia è che un bambino di non ancora un anno, di una sconosciuta famiglia inglese, ha commosso il mondo intero.

Un bambino ha commosso né più e né meno come hanno potuto commuovere le non poche notizie di questi anni in cui tanti bambini sono dovuti morire per catastrofi, guerre, bombardamenti… Un bambino come tanti bambini… né più né meno.

Questo perché? Perché nell’uomo, in ogni singolo uomo, c’è una grandezza incommensurabile che si chiama “anima”. Una grandezza che conduce istintivamente a considerare il valore di ogni uomo come quello di tutti gli uomini messi insieme. “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglia” dice la Scrittura (Genesi 1). La Bibbia non dice “Facciamo l’umanità…“, bensì: “Facciamo l’uomo…“, dunque in ogni uomo c’è un valore incommensurabile, perché naturalmente in ogni uomo c’è il riflesso di Dio.

Quando si ha una giusta concezione di Dio, inevitabilmente si finisce anche con l’avere una corretta concezione dell’uomo. E questa bellezza della singolarità incommensurabile dell’uomo l’ha saputa donare solo il Cristianesimo. Solo la civiltà cristiana ha saputo donare la capacità di compatire e di commuoversi per una singola storia, per un bambino, così come per tutti i bambini.

Cosa accedeva prima del Cristianesimo? Cosa si faceva dei bambini? Chi conosce un poco (basta molto poco) di storia sa bene rispondere a questa domanda.

Ecco perché, oggi, dobbiamo ringraziare Chiarlie. Lo dobbiamo ringraziare perché nel suo silenzio, nella dolcezza del suo sguardo, nella fragilità di un visino attaccato ad un respiratore molto più grande di lui, è stato  capace di smontare tutte le menzogne di chi vuole sradicare il nostro mondo da ciò che lo ha nobilitato. Da chi vorrebbe riportarci alla barbarie.

Oggi (non sappiamo ancora per quanto) i nuovi-barbari si commuovono ancora.

Dostoevskij, ne L’idiota, scrive: “La compassione è la più importante e forse l’unica legge di vita dell’umanità intera“.

Lottiamo perché non si arrivi a distruggerla definitivamente.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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