Perché non dobbiamo stupirci se ci ritroviamo una Chiesa della Morte …e non della Vita

Nella conferenza stampa che Conte ha tenuto per lanciare la cosiddetta Fase 2, che alcuni giustamente hanno giustamente definito Fase 1 e mezzo, c’è una sua espressione a proposito delle attività religiose che è significativa e che forse a molti è sfuggita. Volendo far capire alla CEI che comunque è stato fatto un passo in avanti, anche se non tutto si è potuto concedere, ha detto che è stato difficile ma si è riusciti a strappare al Comitato Tecnico-Scientifico per il 4 maggio almeno la ripresa dei funerali, anche se con non più di quindici presenti …morto escluso, ovviamente.

Dunque, funerali sì, Messe no. Quasi a dire: vi abbiamo concesso qualcosa, ma per adesso non chiedeteci altro.

Qualcuno dice che la concessione dei funerali piuttosto che delle Messe muova dal fatto che quest’ultime sarebbero meno controllabili relativamente al rispetto delle distanze fisiche. Può darsi che sia stata anche questa la motivazione, però a noi sembra ci sia dell’altro.

Non occorre adottare chissà quale spiegazione dietrologica, anticlericale, anticattolica, simil-totalitaria o quant’altro (d’altronde si è visto come la Presidenza del Consiglio si sia subito allertata per l’opportuna nota della CEI)… dicevamo: non si tratta di adottare chissà quale spiegazione, anche perché in tal modo si opterebbe per una sopravvalutazione della classe politica e dei nostri governanti che ci sembra non siano meritevoli di tanto.

La situazione ci sembra piuttosto alla Flaiano, evocando la sua famosa espressione: “La situazione è grave, ma non è seria“. E vi spieghiamo perché.

Un tempo anche chi era lontano dalla Chiesa e perfino la combatteva, conosceva bene cosa fosse il Cattolicesimo. Conosceva bene la sua dottrina, la sua specificità e anche la sua originalità. E quando decideva di colpire, lo faceva cercando di toccare la Fede nel suo cuore.

Ciò avveniva non solo per “merito” dei nemici della Chiesa, ma anche per “merito” della Chiesa stessa che senza edulcorazioni o annacquamenti di sorta presentava la dottrina integralmente e soprattutto chiaramente, distinguendo il vero dal falso, e parlando come si suol dire “papale-papale”.

Oggi, invece, la classe politica è talmente in basso su questo piano (ma non solo su questo piano) che non sa più distinguere, e forse ha creduto che un funerale valesse una Messa e che la Chiesa potesse accontentarsi di questo, anzi forse soprattutto di questo. D’altronde con i funerali le offerte sono più consistenti. Sia chiaro, questo non solo per demerito dei nostri governanti, ma anche per demerito della Chiesa stessa che, a differenza di un tempo, ha smesso da troppo tempo di parlare chiaro, di presentare la Dottrina così come è. Per non parlare del fatto di aver completamente obliato la vera essenza della Messa, molto spesso avallandone parodie e abusi.

Insomma, chi ci governa è figlio del disimpegno di questi decenni. Molti di loro hanno frequentato i corsi catechistici degli anni ’70 e ’80, dove si è iniziato ad insegnare tutto, tranne che l’autentica Dottrina. Figuratevi che possano sapere della Messa come riattualizzazione del Sacrificio del Calvario, della Messa come atto di culto avente un valore infinito, ecc…

E così non solo il funerale può per ora bastare, anzi si può preferire alla stessa Messa. E questa (la Messa), come se fosse la cosa più logica di questo mondo, può essere anche posposta alla passeggiata nel parco, alla visita al museo, alla ricerca di un libro in biblioteca, ad un pacchetto di sigarette dal tabaccaio.

Non c’è che dire ci sembra che la vera “regia” di ciò che sta avvenendo (“regia” che per noi non sta su questa terra) sia stata e sia chiarissima.

Si decise a suo tempo di orientare la Messa non più verso la Croce ma verso il popolo per guadagnare il popolo, oggi abbiamo le Messe senza il popolo.

Si decise a suo tempo di portare la Chiesa al mondo per guadagnare il mondo, siamo stati addirittura testimoni di un un Triduo Pasquale nel deserto.

Si decise a suo tempo di mutare il paradigma dell’annuncio cristiano, dalla salvezza dell’anima a quella del corpo, ci ritroviamo, con approvazione governativa, con una Chiesa esclusivamente dei funerali, cioè dei corpi morti.

Una Chiesa della morte e non della Vita.

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5 Comments on "Perché non dobbiamo stupirci se ci ritroviamo una Chiesa della Morte …e non della Vita"

  1. Lucia agreiter | 27 Aprile 2020 at 12:20 | Rispondi

    Dobbiamo pregare la Madonna nostra madre per tutti i nostri vescovi che non di lascino sottomettete dal governo.Ma non essere polemici come questo articolo che non porta a niente non è costruttivo .

    • La Verità va gridata sui tetti. E non nascosta sotto la sabbia. Smettiamola di essere tiepidi. Il postconcilio ha indebolito la Chiesa e oggi ne vediamo le conseguenze. Ciò che è scritto nell’articolo è profondo e veritiero. Nessuna polemica. Solo Verità, e verità costruttiva. Le conviene approfondire per non essere poi “vomitata dalla bocca di Dio”

  2. Io spero che tutto questo falso governo finisca con la commedia teatrale sono solo anticristiano precursori del anticristo che deve venire nel mondo ma il cuore di Maria trionferà presto ?✝️

  3. Carla D'Agostino Ungaretti | 28 Aprile 2020 at 8:12 | Rispondi

    Sono d’accordo. Forse il divieto della celebrazione della S. Messa non è dovuto, come prima causa, a un conclamato “odium fidei”, ma sicuramente a un affievolito “sensus fidei” nel popolo di Dio. Le chiese sono già mezze vuote alle Messe domenicali e si teme che i fedeli si mettano l’uno vicino all’altro? Speriamo che i Vescovi rinsaviscano e facciano sentire il loro ruggito di difensori della Fede.

  4. L’articolo è ben fatto e inquadra il problema nella giusta maniera. I nemici della chiesa sono aumentati negli anni e il popolo di Dio con i suoi pastori è progressivamente arretrato su posizioni di debolezza estrema. “Non abbiate Paura” diceva un Santo, invece la paura è progressivamente aumentata condizionando i comportamenti dei fedeli e dei pastori. Dalla fede siamo passati al sentimentalismo buonista e dal Prossimo Povero ai Poveri. Poveri in cui tutti tendono a identificarsi per non impegnarsi, Parallelamente alla Chiesa è decaduta anche la cultura a tutti i livelli. In particolare il Lavoro ha perso il suo significato etico.

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